Un mondo oscuro, di cui si sa davvero poco. Adesso due club italiani rischiano di perdere un mucchio di soldi
L’argomento è di quelli complessi. Ma faremmo bene un po’ tutti a informarci perché probabilmente saranno il futuro. È il mondo delle criptovalute, in grande evoluzione. Complesso, dicevamo. E, infatti, due grandi squadre italiane hanno perso un bel po’ di soldi. La ricostruzione della vicenda dei club titolati.
Le criptovalute sono monete digitali che, a differenza di quelle tradizionali, non esistono materialmente. La prima criptovaluta della storia è il Bitcoin, creato nell’ormai lontano 2008. Ma pensate che nel mondo vi sono ben 23mila tipi di criptovalute. Uno dei primi a intuirne le potenzialità fu il magnate Elon Musk. L’uomo più ricco del mondo secondo Forbes, infatti, ha sempre avuto, tra i suoi svariati interessi (oltre a Tesla, le missioni spaziali e Twitter) anche il mondo delle monete digitali.
Le informazioni sulle transazioni in criptovaluta sono memorizzate in un registro digitale decentralizzato, basato tipicamente sulla tecnologia blockchain. Un mercato oscuro, anche perché non regolamentato dall’alto da una autorità centrale. Insomma, c’è molto da sapere su questo mondo. E due importanti club italiani lo hanno capito a proprie spese. Nel senso letterale del termine.
E’ comune, infatti, il destino in questa stagione di due squadre della nostra serie A. Si tratta di Inter e Roma, entrambe in corsa per il quarto posto in campionato, che significa qualificazione alla prossima Champions League. Entrambe, peraltro, in corsa anche nelle coppe, con l’Inter che affronterà l’euroderby in Champions, contro il Milan, e la Roma che si gioca la semifinale di Europa League contro i tedeschi del Bayer Leverkusen.
Sia Inter che Roma, infatti, avevano sulle maglie il marchio DigitalBits. Soprattutto un paio di anni fa, infatti, il mondo del calcio scoprì il mondo delle criptovalute e se ne innamorò. A distanza di poche settimane, tanto Inter, quanto Roma, infatti, avevano annunciato l’accordo di sponsorizzazione con la piattaforma di digital banking di proprietà di Zytara. E oggi, a distanza di qualche mese, entrambe le società restano “fregate”.
Lo sponsor, infatti, non ha pagato quanto pattuito nel contratto. Tasche vuote per via di una crisi inarrestabile. Già a inizio stagione, infatti, l’Inter aveva annunciato l’inadempienza dello sponsor. Per la Roma, invece, la notizia è arrivata solo oggi. Nelle prossime gare, i giallorossi giocheranno con la scritta SPQR sulle maglie, a sancire il legame con la città, mentre l’Inter deve ancora stabilire come procedere (il settore giovanile da buona parte della stagione veste delle maglie per così dire “vergini”).
Per l’Inter, l’ammanco per questa stagione sarebbe di venti milioni (senza includere i bonus legati ai risultati sin qui ottenuti). Mentre per la Roma, di dieci per questa stagione, che, però, potrebbero diventare ben trentuno complessivi, visto l’accordo triennale con DigitalBits.
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