Una mail con contenuti che fanno tremare le vene dei polsi. Ma mantenete la calma e non fornite assolutamente alcun dato sensibile!
Vale sempre il detto “male non fare, paura non avere”, ma quando arrivano determinate mail e comunicazioni, c’è da preoccuparsi a prescindere. Fate attenzione, però, dovete preoccuparvi, ma non per quello che leggerete. Il rischio di essere raggirati e truffati è altissimo!
D’altro canto, ormai, i tentativi di raggirare gli utenti sono all’ordine del giorno e sempre più sofisticati. I criminali informatici ne studiano sempre una più del diavolo per provare a delinquere. Vogliono rubare i nostri dati, le nostre informazioni. A volte a scopo di estorsione, chiedendo denaro affinché le stesse non vengano divulgate. Ma anche (anzi, soprattutto) le nostre credenziali bancarie. E, in quel caso, è assai comune vedersi il conto prosciugato in un attimo.
In generale, vi suggeriamo di diffidare da quasi qualsiasi tipo di informazione, anche di quelle che, all’apparenza, sono le più attendibili, le più verosimili. Perché, come vi abbiamo detto, i criminali informatici, con il loro phishing, si sono perfezionati moltissimo negli ultimi tempi. Ecco, allora, la truffa che sta circolando moltissimo. Fate attenzione se ricevete questa mail!
In tanti, infatti, hanno segnalato di aver ricevuto negli ultimi tempi questa mail che arriva direttamente dalla Polizia di Stato. Molto attendibile e, quindi, anche molto preoccupante. La mail che riceviamo, infatti, ci accusa di reati gravissimi, quali pedofilia e pedopornografia. Per la precisione, pornografia infantile, pedofilia, esibizionismo, cyberpornografia, offesa alla decenza. Indicati anche gli anni di reclusione (da 5 a 35 anni) e l’ammontare delle multe (da 78mila a 535mila euro). Qualcosa da far tremare le vene ai polsi, anche se si ha la coscienza totalmente pulita.
La mail che riceviamo ha come mittente un non meglio identificato Dipartimento di investigazione criminale. Addirittura, viene citato un numero di protocollo, con una mail che rimanda a quella ufficiale della Polizia di Stato. Vi sono addirittura loghi di svariate istituzioni, tra cui il Ministero della Difesa. Insomma, vi sono alcuni elementi che, soprattutto nel comprensibile panico da cui si può essere assaliti dopo tale comunicazione, possono trarre in inganno.
Nel testo vengono citati gli articoli 20-21 e da 75 a 78 del codice di procedura penale seguiti da questa dicitura: “Vi inviamo questo mandato poco dopo un sequestro di computer sotto copertura per informarvi che siete oggetto di diversi procedimenti legali in corso”. A questo punto la mail invita il malcapitato a inviare giustificazioni via mail entro 72 ore.
Vi sono, però, anche errori grossolani. Innanzitutto gli articoli di legge, che non corrispondono ai reati contestati. E poi, il fatto che la Polizia di Stato dipenda dal Ministero degli Interni e non da quello della Difesa. Ovvio, quindi, che tale Dipartimento di investigazione criminale non esista. E, in generale, ricordatevi che le forze dell’ordine non comunicano in questo modo. Per cui, non fornite assolutamente alcun dato!
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