A tre anni dalla morte del leggendario Diego Armando Maradona sono emersi nuovi retroscena sulla sua tragica dipartita: cosa è successo realmente?
Diego Armando Maradona, famoso in tutto il mondo come “El Pibe de Oro”, è deceduto tre anni fa, dopo aver lasciato il segno nella storia del calcio. Milioni di persone hanno pianto la sua dipartita e, in futuro, continueremo sicuramente a ricordare i suoi successi sul campo. In seguito alla sua morte, diverse polemiche si sono sollevate e oggi il caso è tornato a far discutere, con l’emersione di un clamoroso retroscena.
L’ascesa del campione è iniziata negli anni ’70, periodo in cui ha cominciato a giocare a calcio nella squadra del padre. Fin da subito ha dimostrato di avere un talento eccezionale. Nel 1976 è entrato nell’Argentinos Juniors: così la sua carriera di professionista ha avuto inizio. Dopo aver passato un anno nel Boca Juniors, è partito alla volta dell’Europa con il suo ingresso nel Barcelona.
Sono poi arrivati gli anni del Napoli, nel corso dei quali il mito di Maradona ha raggiunto la consacrazione. “El Pibe de Oro” si è guadagnato una fama internazionale per i traguardi conseguiti affermandosi come una vera icona. Il calciatore è diventato un punto di riferimento per le generazioni venute dopo di lui. Ancora oggi ha la fama di essere stato uno dei più grandi giocatori di sempre. Ma nonostante la sua immensa popolarità, la sua figura è sempre stata piuttosto controversa.
Prima della sua tragica morte ha dovuto fare i conti con gravi problemi di salute, provocati da anni di abuso di cocaina e dalla vita sopra le righe che ha condotto per molto tempo. Già negli anni del 2010 era stato obbligato a sottoporsi a diverse operazioni chirurgiche e svariati ricoveri in ospedale. Oltre che ai piani di disintossicazione. Le sue condizioni sono peggiorate progressivamente. Fino a quando ha perso la vita tre anni fa, una volta tornato nella sua residenza a Tigre dopo l’ennesimo intervento.
Maradona, il nuovo processo sulla sua morte
Maradona avrebbe dovuto restare in convalescenza nella casa nella provincia nord di Buenos Aires, in seguito ad un’operazione per la rimozione di un ematoma subdurale. Il 25 novembre, tuttavia, è deceduto all’età di 60 anni per via di un edema polmonare acuto subentrato successivamente ad un’insufficienza cardiaca. La sua morte è stata definita come improvvisa, eppure potrebbe in realtà nascondere un retroscena sconvolgente. Proprio in questi giorni, infatti, un processo che coinvolge 8 persone (indagate per la dipartita dell’ex calciatore) è stato aperto.
Ad approvarlo ci hanno pensato la Camera d’Appello e Giustizia di San Isidro. Tra gli imputati spiccano la psichiatra Agustina Cosachov e il neurochirurgo Leopoldo Luque, insieme ad altri 6 operatori incaricati di prendersi cura di Maradona durante la sua convalescenza a casa. La loro accusa è omicidio colposo e al momento rischiano di passare tra gli 8 e i 25 anni in carcere. Ma cosa è successo?
In seguito alla morte del numero 10, una perizia ha messo in evidenza come il personale medico che avrebbe dovuto seguirlo lo abbia in realtà “abbandonato al suo destino”. Maradona aveva diversi problemi di salute e sarebbe morto dopo una lenta agonia a causa di una “assistenza infermieristica piena di carenze e irregolarità”. Il processo è appena iniziato, destando non poco scalpore e scatenando le reazioni dei tifosi e delle persone vicine a Maradona. Queste ultime sono intenzionate a scoprire tutta la verità dietro la sua morte.