Ce ne serviamo ogni giorno, ma pochi conoscono questa chicca incredibile sul Bluetooth. C’entra un Re, che storia straordinaria!
Siamo così abituati alla tecnologia che raramente ci soffermiamo a pensare a quanto lavoro ci sia dietro. Oggi, con smartphone e pc, tablet e simili, abbiamo a disposizione una marea di funzioni straordinarie di cui non potremmo davvero fare a meno. Una di queste è sicuramente il Bluetooth. Tutti ce ne serviamo, ma pochi conoscono questa chicca incredibile sulla sua “origine”. C’entra anche un Re, che storia affascinante!
Di sicuro molti di voi saranno confusi e si chiederanno cos’hanno in comune una simile tecnologia con un sovrano vissuto nel X secolo. Ebbene, preparatevi a restare a bocca aperta: scommettiamo che non conoscevate questo straordinario retroscena.
Come sappiamo bene, il Bluetooth ci permette di trasferire i dati senza bisogno di accesso ad internet o comunque di un qualche tipo di supporto, come cavi e simili. Per comprendere il legame con il sovrano a cui abbiamo accennato, bisogna parlare anche di un celebre ingegnere di nome Jim Kardach, impegnato a lavorare proprio su di un progetto mirato alla trasmissione.
Mentre si trovava a Toronto, gli fu infatti raccontata la storia del impavido Harald Gormsøn, sovrano nordico che ebbe il merito di riunire il regno di Danimarca con una serie di conquiste in battaglia. Il soprannome di questo re era proprio “Bluetooth”, si pensa a causa di un dente rovinato che spiccava tra gli altri per il colore bluastro. Fu lui a stabilire che venisse eretto un monumento che celebrasse le sue conquiste e i suoi genitori e che è sopravvissuto fino ad oggi.
Questa storia affascinò tanto l’ingegnere da spingerlo a fare ricerche approfondite sull’argomento. Ne restò così colpito che scelse di soprannominare il suo progetto, quello di trasmissione a cui abbiamo accennato poco fa, come il sovrano: Bluetooth. A chi gli domandò il motivo spiegò che come Harold aveva unificato i popoli scandinavi, così la tecnologia in questione avrebbe fatto con computer e telecomunicazioni. Pare, inoltre, che lo stesso logo che oggi conosciamo così bene, non sia altro che l’unione e la sovrapposizione di quelli che, nella scrittura runica, erano le iniziali del nome del Re: Harald Bjarkan. Una storia pazzesca, non trovate?
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