Secondo quanto ricostruito dalle forze dellâordine avevano deciso di ucciderlo: atti intimidatori inquietanti da parte dei mafiosi.
Farebbe tutto parte di una particolare ed inquietante metodologia utilizzata per minacciare coloro che non vogliono cedere alle richieste della famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonreale, appartenente al mandamento palermitano dei Pagliarelli.
Sarebbe proprio questo quanto ricostruito finora dalle forze dellâordine dopo aver scoperto il rituale della bambola con il proiettile conficcato nella testa, un chiaro segnale inviato agli imprenditori che non volevano sottostare al pizzo e ad altre richieste.
Non è di certo la prima volta che le organizzazioni criminali si avvalgono di un codice particolare e di simboli attraverso cui vogliono cercare di inviare messaggi piÚ o meno espliciti alle proprie vittime e non solo. A tal proposito, un imprenditore del palermitano ha trovato affissa sul portone di casa sua una bambola con un proiettile conficcato nella testa. Un chiaro segnale da parte della famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonreale che da tempo esercita il controllo sulla zona.
Lâuomo, infatti, in precedenza si era rifiutato di sottostare ai dettami dellâorganizzazione criminale che voleva obbligarlo ad affidare lâappalto della ristrutturazione di un immobile ad una data impresa, rischiando cosĂŹ la propria vita, come testimonia propria la bambola ritrovata presso lâabitazione dellâimprenditore.
Secondo quanto ricostruito attraverso le intercettazioni delle forze dellâordine, il clan mafioso continuava ad esercitare un pesante controllo sulla zona attraverso richieste violente di pizzo e minacce ad imprenditori ai quali veniva spesso ordinato di avvalersi di ditte ed imprese riconducibili alla cosca. Unâindagine che ha portato a galla diverse scoperte decisamente inquietanti. La famiglia mafiosa, infatti, stava anche organizzando lâomicidio di un architetto accusato di aver sbagliato una pratica che aveva condotto alla demolizione di una proprietĂ dei mafiosi. Una sentenza di morte che avrebbe trovato il suo compimento se gli investigatori non avessero arrestato i diretti responsabili.
In particolare, sarebbero sette le persone arrestate durante il blitz che ha avuto luogo a danno della famiglia di Rocca Mezzomonreale, cinque delle quali sono state incarcerate, mentre due destinate agli arresti domiciliari. âLâattivitĂ di oggi costituisce lâesito di un articolato impegno in direzione del mandamento mafioso palermitano di Pagliarelliâ hanno dichiarato dal Comando provinciale. âChe ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario in ordine allâappartenenza a Cosa nostra dei membri della famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonrealeâ. Inoltre, sempre attraverso le intercettazioni, le autoritĂ avrebbero anche acquisito delle nuove informazioni su âuomini dâonore riservatiâ, fino ad ora rimasti allâoscuro delle dinamiche scoperte dalla polizia.
Articolo di Veronica Elia
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