Continuano episodi di violenza e bullismo all’interno delle scuole ai danni, però, ancora dei docente. Un professore è anche finito in ospedale e il motivo è incredibile.
Dopo la denuncia a tutta la classe di Maria Luisa Finatti, l’insegnante di Scienze e Biologia presso l’istituto Itis Marchesini di Rovigo che tre mesi fa, suo malgrado, era stata protagonista di un video davvero spiacevole in cui veniva presa di mira dai suoi studenti mentre le sparavano addosso con una pistola ad aria compressa, in un’altra scuola è accaduto un altro episodio che riguarda e riflette la condizione attuale tra studenti e insegnanti. Anche se i social in questo caso non c’entrano, non c’era un’architettura a monte, diciamo, per l’aggressione che è avvenuta, malgrado la condizione sia la medesima.
La stessa condizione che aveva già lamentato la professoressa Finatti in un’intervista rilasciata a “La Repubblica”. “Non ho più insegnato in quella classe ma l’ansia c’è ancora, così come il timore di essere derisa”, aveva spiegato l’insegnante. “Spero non succeda più a nessuno. I genitori dovrebbero essere nostri alleati, invece sono totalmente schierati con i figli”.
E invece un episodio simile si è verificato in un istituto tecnico industriale di Modena, dove un professore è finito addirittura in ospedale dopo aver rimproverato i suoi studenti. Ma cosa è successo esattamente e perché i ragazzi hanno aggredito il loro insegnante?
Come riportato da ‘Il Resto del Carlino’, all’Istituto tecnico industriale Fermo Cornì, un docente si è sentito male dopo essere stato deriso e aggredito verbalmente da due studenti per aver chiesto loro di spegnere una sigaretta. Dentro i locali della scuola, infatti, non si può fumare, tuttavia i due studenti si sono ribellati a questo divieto mal gradito cominciando a insultare a tal punto che l’insegnante, umiliato, si è sentito male.
A causa del malore e dell’aggressione verbale, sul posto sono arrivati anche i sanitari del 118 che hanno trasferito il docente in ospedale e anche tre volanti della polizia, proprio perché ora, come nel caso di Maria Luisa Finatti, gli studenti rischiano una denuncia da parte dell’uomo. Proprio per capire le dinamiche e la possibile denuncia pendente sulla testa dei due alunni – di cui non è stata resa nota l’identità – la polizia ha convocato i genitori dei due studenti coinvolti per essere interrogati dagli agenti e capire anche forse come sia possibile che non venga più riconosciuta, nel bene e nel male si intende, l’autorità dei docenti nelle scuole.
Articolo di Karola Sicoli
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