Neonato colpito da batterio letale, la madre disperata: “Non perdonerò mai il colpevole”, ecco i dettagli della drammatica vicenda.
Questa è una di quelle storie che mai si vorrebbero raccontare, né ascoltare, perché si tratta di una vicenda drammatica, avvenuta tra l’altro nel nostro Paese. I protagonisti sono una madre disperata, o meglio una famiglia distrutta, e un bambino colpito da un batterio letale quando aveva solo poche ore di vita.
Nessuna madre dovrebbe scoprire una cosa del genere poco dopo aver dato alla luce il proprio bambino, in un momento che dovrebbe essere solo di gioia e serenità, eppure questa storia incredibile è avvenuta purtroppo a tante persone nello stesso periodo. Al momento non c’è alcuna soluzione, se non quella offerta dalla Giustizia, che sta facendo il suo corso. Ma andiamo con ordine, e scopriamo insieme di cosa si tratta e cos’è successo.
Neonato colpito da batterio letale, le parole della madre disperata: “Non perdonerò il colpevole”, ecco i dettagli della vicenda
Tra il novembre 2018 e il maggio 2020 4 neonati sono morti, mentre altri 79 sono rimasti gravemente invalidi dopo essere stati attaccati dal Citrobacter, un batterio letale che colpisce il cervello dei bambini. Tutti i casi sono avvenuti nell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento, a Verona. Jacopo, il bambino di cui vogliamo parlarvi nello specifico, è nato nel 2019 all’ospedale San Bonifacio, trasferito poi a Borgo Trento, e sua madre Valentina ha rilasciato delle dichiarazioni da brividi al portale veronese L’Arena: “Il primario dell’ospedale di Borgo Trento ci ha detto che il Citrobacter è un batterio che mangia il cervello. Può succedere che muoia oggi, domani, tra un mese, o che sopravviva, ma non sappiamo in che condizioni. Dobbiamo vivere giorno per giorno”, ha spiegato Valentina, che ha lasciato il lavoro per dedicarsi a Jacopo e all’altra sua figlia, che ha 10 anni, e che ovviamente è traumatizzata e addolorata quanto il resto della sua famiglia.
Jacopo ad oggi ha 4 anni, e nonostante due interventi al cervello, è cieco, non parla e non è autosufficiente: “All’inizio speravamo che potessero esserci miglioramenti, anche con gli interventi, ma via via abbiamo dovuto arrenderci”, ha raccontato Valentina, “Oggi ci facciamo bastare i suoi sorrisi, li aspettiamo come un regalo speciale e ci tolgono un po’ di peso dal cuore”, ha poi aggiunto la mamma di Jacopo, che ha avuto parole durissime per i medici che hanno seguito suo figlio: “Non li perdono per tutto quello che non hanno fatto mentre ci dicevano che mio figlio era destinato a morire o a rimanere imprigionato in una grave disabilità. Ci sarebbe stata un po’ di umanità, di empatia, un sorriso, un abbraccio e forse non ci saremmo sentiti abbandonati nella nostra disperazione”. Ad oggi sette persone, tra medici e dirigenti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata sono indagati con le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravissime, e Valentina non può fare altro che sperare quantomeno nella Giustizia.
Articolo di Francesca Simonelli