Una ragazza 19enne rischia di andare in carcere dopo essere stata denunciata dai colleghi universitari: il motivo è scioccante.
Per chi è nato dopo la Seconda guerra mondiale, l’idea di essere privato del diritto d’opinione e del proprio pensiero è qualcosa di inconcepibile. Dopo la repressione autoritaria del fascismo e gli orrori della guerra, la neonata Repubblica Italiana ha fatto di tutto per assicurare ai cittadini le proprie libertà, per impedire che un giorno qualcuno si potesse arrogare il diritto di stabilire cosa fosse vero e punire chiunque andasse contro il principio che intendeva instillare nella mente delle persone.
Purtroppo però ci sono Paesi nel mondo in cui ancora questa libertà non è concessa, luoghi in cui una semplice opinione divergente da quella di massa non porta solo ad ostracismo e isolamento, ma alla distruzione totale della vita, prima tramite la delazione e poi tramite la pena carceraria. Le dittature, d’altronde, si basano sulla cieca obbedienza del popolo e sulla repressione di qualsiasi istanza tramite la paura e la punizione. Lasciare diffondere un’idea contraria al regime può essere destabilizzante e portare al crollo del potere centrale e ad una rivoluzione dal basso.
Secondo quanto emerso in questi giorni con la denuncia del caso Olesya Krivtsova, 19enne studentessa universitaria russa di di Arkhangelsk, il governo della Russia si starebbe definitivamente tramutando in una dittatura. La ragazza in questo momento si trova agli arresti domiciliari ed è sotto processo per aver “screditato le forze armate russe” e per aver “giustificato il terrorismo”.
Il dramma di Olesya Krivtsova dopo la denuncia dei colleghi universitari
L’incubo di Olesya Krivtsova è cominciato quando la ragazza ha espresso il proprio dubbio sulla legittimità dell’operazione militare russa in Ucraina. La studentezza non era convinta della versione che i media ed il governo russo stanno fornendo e, convinta che nell’Università di cui faceva parte potesse parlare liberamente, lo ha detto senza preoccuparsi delle conseguenze.
La sua posizione ha allarmato alcuni colleghi, i quali hanno discusso sul da farsi in una chat del Dipartimento di Storia prima di decidere unanimemente che andava denunciata ai servizi segreti. Una volta ricevuta la segnalazione, gli agenti dell’Fbs hanno fatto irruzione in casa sua, l’hanno sbattuta per terra, ammanettata e portata in carcere. Grazie al suo avvocato la giovane ha ottenuto gli arresti domiciliari, ma la sua situazione è complicata.
Durante il processo un suo ex collega universitario l’ha accusata di minacce, un altro ha sostenuto di avere la certezza che stesse cercando di scappare dalla Russia. Olesya, in lacrime e devastata dalle accuse, ha ribattuto con coraggio e smentito gli accusatori, dimostrando che i suoi accusatori stavano mentendo.
La pronuncia della sentenza è attesa per il prossimo 13 febbraio, il giudice ha il compito di stabilire la veridicità delle accuse e dunque di decidere se prolungare la sua condanna e mandarla in carcere. Solo per l’accusa di aver screditato le forze dell’ordine rischia dai 3 ai 5 anni, pena che potrebbe essere addirittura superiore se le venisse riconosciuta l’aggravante di aver giustificato il terrorismo.
Le parole del suo avvocato a Fanpage
Il sito d’informazione italiano ‘Fanpage.it‘ è riuscito a mettersi in contatto con il legale di Olesya, Alexei Kychin, il quale ha denunciato quello che per lui è un’ingiustizia e la dimostrazione di un clima dittatoriale sempre più asfissiante in Russia. La prima cosa che ci tiene a precisare il legale è che la sua assistita non è un’attivista politica e non lo è mai stata, dunque non ha mai fatto propaganda contro la guerra in Ucraina o contro il governo: “È solo una normale studentessa non indifferente alla situazione provocata dalla guerra. Ma non ha mai fatto politica”.
Kychin spiega inoltre che la situazione sociale in Russia si sta facendo sempre più pesante per chi non sposa la linea del governo di Putin e che le ultime leggi si sono fatte sempre più repressive: “I processi per reati d’opinione si stanno moltiplicando“. Entrando nello specifico della situazione in cui si trova la giovane Olesya, pare che la sua posizione sia peggiorata dal fatto che in passato è stata multata per aver diffuso un volantino in cui si parlava degli atti di eroismo degli ucraini nella lotta all’invasione dei nazisti.
Il precedente potrebbe dunque essere interpretato come evidenza della recidività di Olesya nello screditare le forze armate russe. L’avvocato infatti spiega: “Fino a poco tempo fa, tutto avrebbe potuto risolversi con un ulteriore procedimento amministrativo, Non più. Le norme repressive sono aumentate e si sono inasprite. Un nuovo articolo del codice penale (il 280.3, ndr) prevede pene pesanti in caso di recidiva nello screditare le forze armate russe”.
Articolo di Fabio Scapellato