Presepe di Natale: in arrivo un giro di vite sulle decorazioni. Possono scattare anche multe salate se inserite questo elemento molto comune.
Le festività natalizie sono in drittura d’arrivo, e le case di tutti gli italiani si illuminano a giorno, preparandosi a raccogliere amici e parenti intorno a tavole imbandite.
Alberi scintillanti e riccamente decorati, il vischio appeso ai lampadari, fili di lucine colorate e tovaglie delle feste stese sul tavolo: al quadretto manca all’appello solamente il Presepe. Il tradizionale allestimento di statuine, casette, cartapesta e muschio diverte ogni anno genitori e bimbi. Questi ultimi, in particolare, attendono con ansia il momento di comporre con cura e fantasia la scena della Natività.
Da quest’anno, però, scatta una limitazione importante sull’impiego del muschio, solitamente utilizzato per decorare terreni e catene montuose. Dobbiamo forse dire addio a questo storico protagonista del Presepe?
Il muschio è un vegetale appartenente alla famiglia delle Briofite, e prolifera naturalmente sulle rocce e sulle cortecce degli alberi.
Esso si presenta come un tappeto verde soffice e umido, e si presta perciò benissimo a rivestire centrotavola fioriti e presepi illuminati. Non bisogna però trascurare la sua funzione vitale per l’ecosistema: in natura il muschio funge da filtro naturale per l’eccessiva umidità del terreno, e protegge la germinazione dei semi. Svolge inoltre il ruolo di bioindicatore: la sua presenza certifica infatti che l’ecosistema circostante è in perfetta salute.
Sebbene all’essere umano raccogliere qualche manciata di muschio possa sembrare un’inezia, le sistematiche razzie compiute in boschi e campagne possono arrecare severe conseguenze all’ambiente. In particolare, alcune regioni proibiscono tassativamente la raccolta di alcune specie di muschio, difficilmente distinguibili da quello più comune.
Il portale “Green me” segnala infatti che, in Valle D’Aosta, le Autorità hanno disposto che: “chiunque raccolga o danneggi le specie di flora spontanea autoctona e le specie di felci, muschi e licheni incluse nell’allegato A è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma di denaro pari a euro 20 per ogni stelo fiorifero, fino a un massimo di euro 120“.
E inoltre: “chiunque estirpi specie di flora spontanea autoctona o specie di felci, muschi e licheni incluse nell’allegato A è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma di denaro pari a euro 30 per ogni pianta, fino a un massimo di euro 180“.
La nuova normativa valtellinese potrebbe estendersi a breve anche ad altre regioni. Vi consigliamo perciò di riciclare i materiali degli anni passati, oppure di decorare il terreno del Presepe con sassi e foglie secche. Di questi tempi, la tutela dell’ambiente (e del portafoglio!) si rivela un tema quanto mai incandescente…
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