Ne consumiamo in quantità eccessive, perché è comodo ma soprattutto gustoso. Le conseguenze per la salute, però, possono essere drastiche
Prosciutto cotto, prosciutto crudo, coppa, pancetta, salame e chi più ne ha, più ne metta. I salumi, gli affettati e gli insaccati sono parte fondamentale della cucina italiana, soprattutto di alcune regioni. Gustosi, sapidi e speziati, conquistano subito tutti i palati soprattutto durante aperitivi e antipasti, quando vengono serviti in taglieri dall’aspetto curato e dal gusto travolgente.
Comodi e veloci anche per le pause pranzo più risicate, i salumi e soprattutto il prosciutto è tra gli alimenti più consumati. Dietro a questo cibo così veloce e gustoso, però, c’è un problema: contengono sostanze molto pericolose per la salute e le linee guida consigliano un consumo estremamente ridotto di questi prodotti. Ecco cosa causano.
Il problema del prosciutto: la cancerogenicità
Nonostante la loro bontà, il prosciutto e gli insaccati rientrano nei prodotti trasformati. Questi sono stati inseriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le sostanze cancerogene per l’uomo: appartengono al gruppo 1, cioè quello delle sostanze cancerogene certe. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha infatti diffuso tramite The Lancet Oncology i risultati di uno studio durato anni sull‘impatto di questi prodotti sulla salute.
Secondo gli studi, i salumi son stati inseriti nel gruppo che sicuramente hanno un nesso di causa-effetto con lo sviluppo di un tumore. A far parte di questo stesso gruppo, giusto per capire la gravità dei risultati, sono il fumo di sigaretta, l’alcol, l’arsenico e l’amianto. Tra le peggiori, cioè quasi da evitare completamente, risultano la pancetta, il prosciutto, i wursel e le salsicce; per quanto riguarda la carne rossa come gli arrosti e le bistecche, invece, basta usare più cautela.
Secondo gli scienziati, ci sono sufficienti studi che possono confermare che un consumo eccessivo di queste carni trasformate può causare il tumore del colon-retto. La dose massima consigliata dalle linee guida, per insaccati e salumi, è di 50 g a settimana: “Bastano cinquanta grammi al giorno per far crescere il rischio del 18%“, sostengono i ricercatori. Si sa, infatti, che il rischio è direttamente proporzionale alla quantità di carne e di insaccati che si consuma quotidianamente.
Nonostante questi dati facciano molta paura, sono fondamentali per comprendere le conseguenze sulla nostra salute di ciò che mangiamo. I nutrizionisti, infatti, consigliano di adottare uno stile di alimentazione a base vegetale, dove salumi, prosciutti e insaccati siano ridotti a una minima quantità.