Nuovi casi di vaiolo delle scimmie sul territorio italiano: tutto quello che c’è da sapere sui sintomi, il periodo di incubazione
Il vaiolo delle scimmie è ormai arrivato in Italia: dopo i casi di Roma, confermato anche un nuovo caso in Toscana. Quest’ultimo caso, come accaduto con il primo paziente, si è verificato dopo un viaggio presso le Isole Canarie. Si tratta di un virus non nuovo alla popolazione mondiale che in passato si è già ritrovata a dover affrontare lo stesso problema. Nel 1958 è stato registrato il primo caso sugli animali mentre nel 1970 sull’uomo.
Per questo motivo, la popolazione nata prima del 1981 è stata sottoposta al vaccino contro il vaiolo. Chi si è sottoposto al vaccino contro il vaiolo può quindi considerarsi protetto anche da questa nuova forma. Diverso invece il discorso per i nati dopo il 1981 esposti quindi alla possibilità di contrarre questa versione del vaiolo meno aggressiva e dalla mortalità comunque molto bassa.
Vaiolo delle Scimmie, tutto quello che c’è da sapere: la parola agli esperti
Questa nuova variante del vaiolo è molto meno aggressiva e si presenta come una forma di varicella, con pustole soprattutto sul viso o nelle zone genitali, accompagnata da febbre e dolori muscolari. Come riferisce una nota del ministero, il periodo di incubazione di questa forma di vaiolo è compreso tra 5 e 21 giorni e la trasmissione può avvenire attraverso il contatto diretto, liquidi biologici e mucose.
Antonella Viola, biologa all’Università di Padova, ha sottolineato: “Gli adulti ed i bambini nati dopo il 1981 hanno un maggior rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie. Il numero dei contagiati è però ancora molto basso quindi niente allarmismi. I giovani non sono vaccinati quindi l’immunità a livello di comunità è calata. Inoltre i viaggi frequenti contribuiscono alla circolazione del vaiolo“.
Nessun allarme quindi per il momento: questo è il diktat anche di Franco Locatelli. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha sottolineato: “Non vi sono elementi di particolare preoccupazione, ovviamente la situazione va monitorata. È però chiaro che il trasferimento di patologie dagli animali all’uomo sia una realtà con cui fare i conti”. Per questo motivo l’invito è quello a monitorare i sintomi, isolare i casi di positività e segnalare ogni caso alle Regioni di riferimento. Per quanto riguarda i sanitari, l’obbligo è quello di utilizzare, come accaduto per il Covid-19, tutti i dispositivi di protezione individuali del caso.