Negli ultimi anni è spopolato e sembra essere la panacea di tutti i mali. Ecco perché il sale dell’Himalaya è rosa e, soprattutto, cosa contiene
Se si fa una rapida ricerca online, è facile trovare liste infinite di benefici che questo sale sembra avere. Il sale rosa dell’Himalaya si contraddistingue per questa tenue colorazione, che lo rende esteticamente molto particolare. Secondo diversi siti, sembra che questo sale possa favorire un migliore sonno, accrescere la forza delle ossa e, addirittura, favorire l’attività sessuale.
Tutti questi benefici, però, non sono comprovati da dati e studi scientifici. In realtà, la verità che si cela dietro al sale rosa dell’Himalaya è tutt’altra e vi sconvolgerà: ecco cosa gli dà questa colorazione.
A livello chimico, quello rosa dell’Himalaya è un sale comune, cioè si compone di cloruro di sodio. Per legge, ogni sale alimentare in commercio deve contenere questa sostanza almeno al 97%. Come per ogni sale, anche quello dell’Himalaya proviene da miniere che sfruttano i depositi fossili di mari, ormai prosciugati. Per ottenere quello che consumiamo quotidianamente, però, ciò che viene estratto in miniera viene raffinato, pulito e cristallizzato. Se si prende dell’acqua marina e la si fa evaporare, infatti, non si ottiene solo cloruro di sodio puro ma anche impurità e sostanze inquinanti, che nelle fasi di lavorazione vengono eliminate.
La vicenda del sale rosa dell’Himalaya nasce negli anni Novanta. In Germania, Peter Ferreira tenne delle conferenze dedicate alle “energie curative del sale himalayaiano”, parlando dei fantomatici 84 elementi che secondo lui conteneva. Da quel momento, le sue idee circolano e si alimentano in tantissimi paesi del mondo, rendendo il sale rosa dell’Himalaya ricercatissimo e, soprattutto, costosissimo.
Gli studi scientifici, però, iniziano ad arrivare. Nel marzo 2002 Focus smonta questa bufala, spiegando che l’Istituto che sembra aver fatto gli studi dei fantomatici 84 elementi sembra non esistere. L’anno successivo, l’Ufficio Bavarese studia questo prodotto e ne analizza quindici campioni: in ognuno di questi non c’è traccia degli elementi sopra descritti. Secondo lo studio, come descritto da Dario Bressanini per Le Scienze il 3 luglio 2017, è semplicemente cloruro di sodio.
Per di più, il colore rosa di questo sale non ha niente di straordinario o curativo: si tratta di ossido di ferro, cioè ruggine. La quantità di ferro contenuto varia da campione a campione ma, in generale, questo non ha alcun effetto benefico sulla salute. Tutte le fantomatiche conseguenze benefiche di questo prodotto, quindi, sono frutto di bufale e false notizie che negli anni si sono alimentate e susseguite, non sostenute da alcuna prova scientifica.
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