Il comico Giorgio Panariello aveva un fratello minore che è morto nel 2011 e con cui ha condiviso momenti di sofferenza.
Giorgio Panariello non si apre spesso riguardo alla propria vita privata, ma recentemente il comico ha deciso di raccontare la storia più dolorosa della propria vita in un libro uscito nel novembre 2020, Io sono mio fratello.
In un’intervista per Domenica In Panariello ha parlato della sua opera e ha raccontato la storia di suo fratello Francesco, un anno più giovane di lui e morto in strada per ipotermia il 27 dicembre del 2011.
Giorgio e suo fratello non hanno avuto certo un’infanzia facile, ma se l’uno è riuscito a reagire, a non cadere in cattivi giri e a prendere in mano la propria vita, l’altro invece si è lasciato inghiottire dalla sofferenza.
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Il fratello di Giorgio
Giorgio e Francesco sono stati entrambi abbandonati dalla loro madre, ma se il comico è stato affidato ai nonni materni, suo fratello è finito in un collegio per poi essere adottato a 12 anni da una famiglia. Quella che dunque Panariello ricorda come un’infanzia tutto sommato serena nonostante l’assenza dei genitori, per Francesco non lo è stata affatto.
“C’era una donna che si faceva vedere solo durante le feste. Era mia madre. Non le ho mai voluto bene perché lei non ne ha mai voluto a me e non mi ha insegnato a volergliene. Ma non provo risentimento per lei. Non ho mai saputo chi fosse mio padre”, ha detto il comico.
Panariello però ha sempre nutrito un certo senso di colpa nei confronti del fratello, perché ritiene che sia solo una questione di fortuna il non essere stato al suo posto. “Crescere senza affetto è come stare senza un tetto sopra la testa, non ci si sente mai protetti, difesi, mai a casa. È stata solo una questione di culo. Potevo nascere un anno dopo di lui e mio fratello sarei stato io”, ha spiegato.
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In verità anche lui ad un certo punto della sua vita ha provato la stessa sofferenza del fratello, ma è riuscito ad uscire dalla strada buia in cui si era incamminato. “Ci sono stati momenti nella vita in cui ho vissuto la sua stessa disperazione e anche io stavo per cadere nella trappola delle sostanze stupefacenti. Per fortuna mi sono fermato in tempo”, ha raccontato.
Giorgio però ha scritto il suo libro anche per difendere la memoria del fratello, precisando che non è morto di overdose come è stato detto dalla stampa, ma di ipotermia dopo essere stato lasciato per strada da degli amici mentre si sentiva male.