Questa volta WhatsApp è finita nei guai e ha dovuto incassare un brutto colpo: una multa piuttosto salata e accuse alquanto gravi.
Non si è risolta nel migliore dei modi la diatriba che ha visto WhatsApp contro commissione per la protezione dei dati. Quest’ultima ha rivolto al gruppo Facebook delle pesanti accuse e sembra che alla fine, nonostante le proteste, sia stata disposta una multa davvero pesante.
I vertici del gruppo hanno già comunicato che faranno ricorso contro la decisione poiché la multa sarebbe sproporzionata rispetto alle accuse subite. Inoltre, ricorda WhatsApp, che si è sempre impegnata su ogni fronte per rendere l’app sicura e rigetta in toto le accuse della commissione.
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WhatsApp, le accuse sono pesanti e la multa di più
La DPC – commissione per la protezione dei dati – ha rivolto delle pesantissime accuse contro WhatsApp e il suo modo di gestire i dati personali dei suoi clienti. Secondo la commissione, infatti, la piattaforma ha agito contro la legge, dal momento che ha sempre omesso di spiegare chiaramente come funziona il trattamento e la raccolta dei dati dell’utente.
E’ considerata iniqua e poco trasparente dalla commissione, che rincara la dose aggiungendo che il gruppo non ha mai riportato dove sono archiviati i dati, la finalità della raccolta e non ha mai fornito un numero di assistenza al quale gli utenti possono rivolgersi per avere maggiori informazioni.
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Le conseguenze dell’accusa costeranno molto a Facebook, che molto probabilmente dovrà pagare una multa di ben 225 milioni di euro; ad oggi è la più alta sanzione stabilita dalla commissione. Tuttavia i vertici hanno già chiarito che faranno ricorso, proprio perché la cifra inadeguata; inoltre, come anticipato, rigetta in toto le accuse, dal momento che si è detta sempre trasparente nei confronti di tutti i suoi utenti.