Non è la Rai, la verità sul dietro le quinte: dopo 30 anni arriva la confessione

Manca pochissimo all’anniversario di Non è la Rai, che ha lanciato alcuni tra i volti più amati della televisione. Dopo trent’anni arriva la confessione sul programma. 

Per chi è nato prima del 1991 è impossibile non ricordare l’amatissimo programma di Canale 5 Non è la Rai – ideato e condotto da Gianni Boncompagni. La trasmissione, andata in onda per quattro edizioni, fu un vero e proprio fenomeno televisivo in cui si esibivano ragazze giovanissime in numeri di danza, canto e giochi.

Il programma, infatti, ebbe il merito di lanciare moltissimi volti tra quelli che oggi sono tra i più amati del piccolo schermo, tra cui Ambra Angiolini, Antonella Mosetti, Laura Freddi, Miriana Trevisan e Alessia Mancini e Antonella Elia. Tra queste anche la bella Pamela Petrarolo, che oggi, in occasione dei trent’anni della trasmissione, svela alcuni dietro le quinte.

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Pamela Petrarolo: tutta la verità su Non è la Rai

Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario dalla prima messa in onda dell’amatissimo programma di Canale 5 Non è la Rai. Il format proponeva dei numeri di danza, canto e quant’altro interpretati da ragazze giovanissime. Impossibile dimenticare, infatti, la bella Ambra Angiolini, forse tra le più amate del programma.

In occasione dell’evento, le protagoniste si sono precipitate sui social per ricordare i momenti migliori di tutto il format, che al pubblico sembrava essere portato avanti da una vera e propria famiglia. Eppure non tutto era rose e fiori, come in realtà si poteva immaginare.

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Ne da conferma la bellissima cantante Pamela Petrarolo, che in una recente intervista per Più Donna si è pronunciata su quel che accadeva dietro le quinte di Non è la Rai. “Eravamo delle ragazzine, adolescenti. I litigi c’erano ma lasciano il tempo che trovano. C’era un clima che si poteva trovare al liceo. Eravamo tutte femminucce, ergo competitive e vanitose. Ma tutto passava e si lavorava insieme. Poi ognuna di noi passava il tempo con il suo gruppo. Non si poteva andare d’accordo con cento persone”.