Variante Delta, facciamo chiarezza: pochi timori ma elevata contagiosità

La Variante Delta potrebbe diventare dominante tra tutti i ceppi del Covid-19, ma è arrivata ora di fare chiarezza sui pericoli corsi da chi dovesse contrarre il virus.

Vaccini somministrazioni record
Vaccini somministrazioni record

I primi casi di Variante Delta risalgono a Dicembre 2020, quando si è diffusa maggiormente nelle aree a nord dell’India e si è subito parlato di un nuovo pericolo per chi dovesse contrarre il virus. Ad oggi però è necessario fare chiarezza sui sintomi che comporta.

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Variante Delta, tutti i dettagli del monitoraggio effettuato

mascherine non a norma certificate in Turchia
Produzione mascherine anti-Covid – GettyImages

Nonostante la campagna vaccinale procede a gonfie vele si è molto discusso del nuovo pericolo che minaccia il fragile equilibrio stabilito negli ultimi mesi, la Variante Delta. Sull’argomento è intervenuto il dottor Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Aifa.

In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, il virologo ha parlato dei pericoli corsi se si contrae il virus con questa variante e dell’importanza della campagna vaccinale. In particolare, Palù si è soffermato su un dettaglio fondamentale, l’incidenza attuale del virus sulla popolazione. Stando agli ultimi monitoraggi, infatti, in Italia i contagi continuano a diminuire e la somministrazione dei vaccini procede a passo spedito.

Nonostante questo, ovviamente, invita alla prudenza e all’attenzione alle regole ancora vigenti – soprattutto per quanto riguarda la mascherina. Il virus, nella sua sua variante, è senz’altro meno aggressivo – poiché aggredisce le vie respiratorie alte, faringe e naso – ma le ultime evidenze hanno anche riportato che ad essere colpiti sono anche i più giovani. La raccomandazione, infatti è riuscire a vaccinare anche individui dai 12 anni in su e di accelerare il passo sui richiami.

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Difatti, nel corso dell’intervista, si è dilungato maggiormente sulla necessità di avvicinare il richiamo della seconda dose – che per assicurare almeno la prima dose a tutta la popolazione, era stato portato più in là possibile. Al momento però, considerando che la Variante Delta può diffondersi anche tra chi ha ottenuto la prima dose, è più che mai necessario garantire la copertura totale e stringere i tempi.

L’intervallo tra le dosi è, al momento, di circa 21 giorni per Pfizer, 28 per Moderna e ben 10-12 settimane per AstraZeneca, ma il dottor Palù raccomanda caldamente di riportare il richiamo di quest’ultimo all’inziale mese previsto dal foglietto illustrativo.

In ultima battuta c’è da considerare che ben 2,5 milioni di italiani non ha effettuato nemmeno la prima dose e si è registrato una pesante assenza di ben 20 milioni di dosi necessarie per procedere con la campagna vaccinale. Nonostante questo piccolo incidente di percorso, però, vi ricordiamo che i dati sono incoraggianti e, tanto il virologo Palù quanto il Ministero della Salute, raccomandano ancora una volta alla popolazione di prenotare l’appuntamento per il vaccino.

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