Un vero terremoto sta per abbattersi sul palinsesto della Rai, mettendo a rischio l’intera programmazione estiva.
A poche ore di distanza dalla presentazione dei palinsesti Rai per la prossima stagione in partenza nel mese di settembre, arriva una notizia che fa tremare i polsi dei telespettatori.
L’estate del servizio pubblico si infiamma con la proclamazione di una mega astensione dal lavoro che inizierà il prossimo il 28 giugno e si concluderà il prossimo 28 luglio. Un mese di sciopero che potrebbe avere ripercussioni pesantissime sulla programmazione estiva della tv di stato, in partenza proprio dalla prossima settimana.
Lo stato di agitazione è stato reso noto dalla Rai con una nota alquanto scarna, nonostante la gravità di quello che sta per accadere. Molto più chiaro il comunicato stampa delle sigle sindacali che rivendicano maggiore tutela per i lavoratori e investimenti che rilancino l’azienda.
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Il nuovo Consiglio d’Amministrazione non è ancora nato ma ha già una bella gatta da pelare. Il malcontento tra i dipendenti Rai serpeggia ormai da tempo. Già all’inizio del 2021, il personale di studio del CPTV di Roma e di Produzione News aveva indetto uno sciopero di 28 giorni – dal 2 al 31 gennaio – che aveva messo in grossa difficoltà i notiziari e i programmi d’informazione nel daytime e in seconda serata.
Sullo sciopero in partenza a breve, Viale Mazzini ha rilasciato una nota con pochi dettagli: “Ai sensi dell’art. 2, comma 6, della legge n. 146/1990, come modificata dalla legge n. 83/2000, comunichiamo che è stata proclamata l’astensione dalle prestazioni accessorie e straordinarie nel periodo dal 28 giugno al 28 luglio. Di conseguenza nel suddetto periodo la normale programmazione televisiva potrebbe subire delle modifiche“.
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Evidentemente il periodo di sciopero non è stato scelto a caso, perché abbraccerà la transizione del servizio pubblico dal vecchio CdA guidato dall’AD Fabrizio Salini alla nomina del nuovo CdA e dei nuovi vertici aziendali. Il comunicato dei sindacati fa chiarezza sui motivi che hanno spinto i dipendenti Rai a intavolare una protesta cosi serrata. “Si è trattato di una scelta obbligata e necessaria, unica risposta possibile di fronte all’inerzia aziendale e alla sua incapacità di far fronte alle sacrosante richieste sindacali”, si legge nel comunicato delle Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, UGL-FNC, SNATER, LIBERSIND-CONFSAL, che hanno dichiarato lo stato di agitazione.
Le richiesta avanzate dai sindacati nei confronti dell’azienda e quindi nei confronti del prossimo CdA sono molte: un accordo per tutelare il lavoro in modalità Smart Working; investimenti tecnologici per rilanciare la Produzione TV e Radio; la riduzione degli appalti esterni con assunzione di nuovo personale; la valorizzazione delle professionalità interne. E poi il rilancio delle Sedi Regionali, la formazione professionale per numerosi profili e la riduzione dei costi per la locazione di locali esterni e per il contezioso.
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