L’Italia torna a tremare dopo il nuovo incremento dei casi in UK a causa della variante Delta. Possibile la reintroduzione della quarantena per chi torna dalla Gran Bretagna.
L’arrivo del caldo, i contagi in calo e l’andamento positivo della campagna vaccinale avevano fatto sperare nel ritorno alla normalità quanto prima. Ma l’incremento di casi in Gran Bretagna, dove circa 30 milioni di persone hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino, ha ridimensionato le aspettative dei governi europei, compreso quello italiano che chiede prudenza. A far tremare l’Ue è la variante Delta, ex indiana, da cui ormai dipende la maggior parte dei contagi (96%). In Inghilterra sono decedute finora 42 persone per la variante Delta. Tra queste 12 avevano ricevuto doppia dose di vaccino da almeno 14 giorni.
Mentre il premier inglese Boris Johnson ha deciso di rimandare la riapertura del Paese al prossimo 19 luglio, Mario Draghi in Italia sta pensando di reintrodurre la quarantena per coloro che tornano dal UK. “ Sottoponiamo a tampone tutte le persone che arrivano in Italia – ha dichiarato il Presidente del Consiglio italiano al G7 -. Se dovessero aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra, ma questa situazione al momento non c’è, non ci siamo ancora“. Finora la diffusione del virus appare sotto controllo. In Lombardia sono stati trovati due casi di variante Delta nel mese di aprile, 70 a maggio e 9 a giugno, per un totale di 81 persone contagiate.
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Cos’è la variante Delta e come rispondono i vaccini?
E’ stata scoperta la prima volta lo scorso ottobre nella regione indiana di Maharashtra: per questo è stata chiamata a lungo “indiana”. Presenta due mutazioni già note la E484Q e la L452R. La prima aumenterebbe la contagiosità del virus: i nuovi dati pubblicati sulla rivista scientifica Lancet dicono che la variante Delta è più contagiosa della Alfa (ex inglese) circa del 60%. La L452R potrebbe rendere il virus più resistente agli anticorpi, condizionando gli esiti della campagna vaccinale.
Fortunatamente i primi dati fanno ben sperare. L’efficacia del vaccino Pfizer contro la variante Delta è stata stimata al 79%, mentre per AstraZeneca al 60%. Proprio in queste ore la Public Health England (autorità sanitaria britannica) ha fatto sapere che la somministrazione di entrambe le dosi dei vaccini Pfizer e Astrazeneca è in grado di prevenire la comparsa di forme gravi, quindi l’ospedalizzazione e i decessi, con percentuali rispettivamente al 96% e al 92% dei casi, anche contro la variante Delta.
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Quali sono i sintomi?
Tosse, raffreddore, febbre, mal di testa, dolori muscolari, vomito e diarrea, spossatezza e mal di gola. I sintomi sono pressoché gli stessi ma appaiono fin da subito più forti, condizionando anche i tempi di ripresa. Ai primi segni di malessere, si consiglia di rivolgersi al proprio medico di base ed eseguire un tampone orofaringeo. Qualora sia positivo e la carica virale sia molto alta, verranno effettuati altri accertamenti.