Chiusi definitivamente tutti i procedimenti a carico dei Marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre: l’annuncio e le reazioni dall’Italia.
Si è conclusa oggi una battaglia che l’Italia sta combattendo ormai dal lontano 2012. Come anticipato dal giornale indiano in lingua inglese “The Hindu”, in queste ore, infatti, la Corte Suprema indiana ha deciso di chiudere tutti i procedimenti aperti a carico dei due Marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. I due, nove anni fa, sono stati accusati di coinvolgimento nell’omicidio di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala a seguito di una missione antipirateria a bordo della nave commerciale italiana Enrica Lexi.
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Il via libera da parte della Corte Indiana è arrivata dopo la decisione del governo italiano e delle famiglie dei due Marò di procedere al pagamento di un risarcimento alle famiglie dei due pescatori. Una cifra pari a 100 milioni di rupie ovvero 1,1 milioni di euro. Una notizia accolta sia dalle famiglie dei due italiani che da parte delle stesse istituzioni.
L’indiscrezione arrivata dal giornale indiano ha subito fatto il giro del mondo. Si chiude una delle più note controversie aperte e che ha visto il governo italiano in prima linea. A poche ore dalla notizia, sono arrivati anche i commenti a caldo di alcuni degli interessati. Luigi Di Maio, ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha dichiarato attraverso il proprio profilo Twitter: “Chiusi tutti i procedimenti giudiziari in India nei confronti dei nostri due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Grazie a chi ha lavorato con costanza al caso, grazie al nostro infaticabile corpo diplomatico. Si mette definitivamente un punto a questa lunga vicenda”. Commento a caldo anche di Paolo Gentiloni, ex Presidente del Consiglio dei Ministri italiani, che ha esultato: “Si chiude il caso con l’India. Un successo della diplomazia italiana”.
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Diversa, invece, la reazione di Paola Moschetti, moglie di Massimiliano Latorre, che all’ANSA ha dichiarato: “Da 9 anni sono costretta a parlare a nome di mio marito. A lui è stato fatto esplicito divieto di parlare pena pesanti sanzioni. Non può nemmeno partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica. È vincolato al segreto. È ora di chiedersi perché le autorità militari vogliono mantenere il segreto su ciò che sa e vuol dire. Quello che so è che per la politica italiana siamo stati carne da macello. Presto Massimiliano si presenterà alla procura di Roma”.
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