Mike Bongiorno, pericolo mortale scampato dal figlio: è salvo per miracolo

Il figlio di Mike Bongiorno avrebbe potuto morire nella tragedia del Mottarone, ma ha evitato l’incidente per una manciata di minuti. 

Daniela Zuccoli figlio Mike Bongiorno Mottarone
Michel Bongiorno, 2017 – Fonte: Getty Images

Sono passate alcune settimane ormai dalla tragedia che si è consumata lo scorso 23 maggio presso la funivia del Mottarone; nell’incidente causato dal cedimento di una delle cabine hanno perso la vita 14 persone delle 15 coinvolte. Una fatalità che probabilmente poteva essere evitata e che ha distrutto molte vite.

Qualcuno però si è salvato per una questione di minuti con una fortuna sfacciata che sembra piuttosto frutto di un potere superiore. Ne è convinta per esempio Daniela Zuccoli, la vedova di Mike Bongiorno che al quotidiano Repubblica ha parlato della storia di suo figlio.

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La presenza di Mike

 

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Il conduttore si è spento l’8 settembre 2009 a causa di un infarto in un albergo di Montecarlo lasciando la moglie Daniela e i tre figli Michele Pietro, Nicolò e Leonardo. Ma secondo la Zuccoli Mike non se n’è mai andato e continua a vegliare su tutti loro proteggendoli: “Credo nell’esistenza e nell’immortalità dell’anima e Mike è presente con la sua energia intorno a me. Lui vede prima di noi, indirizza i nostri destini”, ha spiegato durante l’intervista.

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E sembra proprio essere così a giudicare dall’incidente a cui il primogenito di Bongiorno è riuscito a scampare. La Zuccoli ha raccontato meglio l’accaduto: “Mio figlio Michele ha preso la funivia di Stresa mezz’ora prima che cadesse quella stessa cabina sulla quale era salito. Ha raggiunto il Mottarone per fare la discesa in mountain bike. Non posso non pensare che sia stato Mike ad averlo custodito”.

Nonostante la concreta possibilità che possa essersi trattato di un semplice caso, Daniela Zuccoli sembra convinta delle proprie parole e resta una ferma credente della reincarnazione: “La verità è che nessuno muore davvero. Diventiamo universo, ci trasformiamo in energia e questa energia poi si tramuta in un corpo un numero indefinito di altre volte finché non ci ripuliamo fino in fondo. Mi piace immaginare che siamo come uno zaino che ogni volta si fa più leggero fino a svuotarsi completamente, tanto da meritarci finalmente la pace”.

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