Anche Elisa si è trovata ad affrontare all’inizio del suo percorso artistico una serie di pregiudizi legati al suo essere donna.
Elisa è nel mondo della musica dalla tenera età di 19 anni, cioè da quando nel 1997 pubblicò il suo primo album Pipes & Flowers. Il successo e la notorietà presso il grande pubblico sono arrivate per lei qualche anno dopo con la vittoria del Festival di Sanremo: era il 2001, aveva 23 anni e cantava Luce (tramonti a nord est).
Oggi Elisa è una delle artiste italiane più amate e non è solo una cantante, ma piuttosto una cantautrice, musicista, produttrice, compositrice. Ma prima di diventare questo mostro sacro, quando ancora non era nessuno, qualcuno provò a tarparle le ali.
Pensate quanti capolavori ci saremmo persi se Elisa si fosse arresa a quel primo tentativo di sminuirla. Lei invece si arrabbiò e dimostrò che si stavano sbagliando. Dunque anche alle migliori è successo di incontrare qualcuno che le ha sottovalutate per il solo fatto di essere donne; Elisa ha recentemente raccontato su Instagram la sua storia.
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Il produttore maschilista
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Elisa aveva 15 anni ed era ancora in cerca della propria occasione quando fece questo spiacevole incontro. La cantante non ha fatto nomi, ma ha parlato di un produttore maschilista con cui ebbe a che fare quando era giovanissima: “Sei carina, pensa a cantare. Lascia stare la scrittura. Avevo quindici anni e quelle parole mi fecero venire una gastrite che durò per dei mesi”, così inizia la storia della cantante. Questo personaggio cercò di convincerla che semplicemente con la sua voce e la sua bellezza sarebbe potuta diventare famosa come cantante, poteva smettere di aspirare ad altro. A nessuno importava se Elisa sapeva anche suonare, scrivere, produrre.
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Quella ragazzina si arrabbiò ed usò la sua rabbia per trasformarla in successo e zittire chi voleva sminuirla. “Quelle parole per me sono state solo altra benzina, amara sì, ma pur sempre buona per spingere ancora più giù l’acceleratore”, ha raccontato Elisa. Di certo la cantante si è presa poi la sua rivincita e quella frase le è risuonata nella testa quando dieci anni più tardi si è trovata in sala registrazione con Tina Turner. A tutte le ragazze là fuori vuole semplicemente dire: “Non lasciamo che nessuno ci dica che questo non è il nostro posto”.