“Sono diventato vulnerabile”: Massimo Giletti, una confessione inquietante

Il giornalista di “Non è l’Arena” vive sotto scorta da circa un anno. Massimo Giletti ha descritto la sua nuova vita, con un pizzico di amarezza. 

Giletti
Il conduttore Massimo Giletti a Non è l’Arena (screenshot Twitter)

Chi fa delle battaglie mette sempre in conto di pagare un costo. Non mi sarei aspettato però la solitudine“. Taglienti come lame le parole di Massimo Giletti, amatissimo giornalista e conduttore del programma “Non è l’Arena”, in onda su La7 ogni domenica sera. In un’intervista rilasciata sul giornale “Tv Sorrisi e Canzoni” ha descritto la sua nuova vita, da quando è stato minacciato da dei vertici della mafia e vive sotto scorta.

FORSE POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Massimo Giletti, voci sul suo futuro: il giornalista sgancia la bomba

Il giornalista ha raccontato cose che prima nessuno aveva il coraggio di scoprire. Il 10 giugno andrà in onda il suo documentario, “Abbattiamoli”. Il racconto partirà dall’omicidio dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi rispettivamente il 23 maggio e il 19 luglio del 1992 per mano di Cosa Nostra. “Ci sono troppe domande che rimangono senza risposta” ha detto Massimo Giletti, giustificando la sua scelta.

Com’è cambiata la vita di Massimo Giletti?

massimo giletti licenziato adriano celentano polemica la7
Il conduttore Massimo Giletti (Getty Images)

Chiunque abbia lottato contro la mafia ne conosce le conseguenze. Anche Massimo Giletti sapeva bene a cosa sarebbe andato incontro: la paura incombe sulla sua testa giornalmente come una spada di Damocle. “Ogni volta che esco di casa devo ricordarmi che c’è un rischio che mi aspetta. Un rischio reale, sono stato minacciato dai vertici della mafia. Nulla più è come prima”, ha raccontato al settimanale.

Quello che proprio non poteva immaginare è che in questo ultimo anno si sarebbe trovato da solo. “Se fossimo stati in tanti tra i giornalisti della tv a portare avanti questa guerra, non sarei stato l’unico loro obiettivo. E sarebbe stato impossibile fermarci tutti. Ma così sono diventato vulnerabile“. A quanto pare, i colleghi non solo non hanno voluto aiutarlo, ma non avrebbero nemmeno manifestato un po’ di solidarietà una volta che Massimo Giletti è stato minacciato. “Ho avuto tanto silenzioha dichiarato -. Non sono arrivati nemmeno messaggi pro forma che si fanno tanto per cortesia“. Nonostante questo il giornalista va avanti, con un po’ di amaro in bocca: “Ho sempre creduto che anche il dolore e le delusioni fanno parte della ricchezza della vita. Fa ugualmente male”. 

LEGGI ANCHE >>> Massimo Giletti va licenziato in tronco: richiesta ufficiale, è caos a La7

Gestione cookie