“Volevo guarire dal passato”: la confessione del Principe Harry, un periodo da incubo

Nuove confessioni del Principe Harry, la verità del suo passato verrà fuori attraverso la serie tv in arrivo 

E’ ormai confermata la nuova docuserie firmata da Oprah Winfrey ed il Principe Harry: una spettacolarizzazione del passato doloroso del secondogenito di Lady D. The Me You Can’t See sarà disponibile su Apple+ ma le date di uscita non sono ancora state comunicate.

Sono anni che Harry si sentiva in difficoltà a vivere in quel mondo così lontano da lui: “Non volevo essere il Principe Harry, volevo solo essere Harry“, spiegherà nella serie tv. Aveva solamente bisogno di un complice, di una spalla che lo assecondasse a disfarsi di questo enorme peso che premeva sulle spalle.

Con l’arrivo di Meghan tutto è stato più facile. Ma perché questa voglia di scappare da palazzo? Cosa nasconde il suo passato e soprattutto come ha superato la morte di Diana? Queste alcune delle tante domande a cui il Principe risponderà nella serie tv.

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Droga e alcool, l’unica via possibile per superare la morte della madre, il Principe Harry si racconta sul suo passato

“Ho perso mia madre e ho bevuto e mi sono drogato ogni giorno della mia vita” racconta Harry, senza peli sulla lingua. La storia verrà narrata attraverso la messa in scena di storie di personaggi famosi e comuni, facendo luce sui suoi disturbi mentali arrivati dopo la grave perdita di Diana.

Anche dopo dieci anni dalla morte, il Principe Harry ha continuato a confessare di essere “disposto a bere e drogarsi”, “ero disposto a tutto pur di sentire meno male”.

Attraverso la serie per Apple TV racconterà di essere andato in terapia solamente 4 anni fa, sempre più assuefatto dalla convinzione di essere forte e di non averne bisogno; una volta scoperta l’efficacia è stata una vera e propria rivelazione. “Volevo guarire dal mio passato, ho sempre desiderato essere normale, venivamo inseguiti dai paparazzi e mia mamma piangeva ogni singolo giorno“.

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Harry poi ha confessato di aver vissuto un vero periodo da incubo dai 28 ai 32 anni. “Era come se fossi sempre fuori dal mio corpo, ad un certo punto mi sono chiesto, io sono davvero questo?“.

Da lì la voglia di andare via, di uscire dal gioco, dal sistema. “Somiglio davvero tanto a mia madre, mi sentivo prigioniero, l’unico modo per sentirsi liberi, è dire la verità“.