Essere cresciuto con un papà che soffriva di depressione ha significato per Enrico Ruggeri sviluppare un carattere totalmente opposto.
Il cantante e conduttore Enrico Ruggeri è stato ospite lo scorso febbraio de La Confessione, il programma di Peter Gomez dove alcuni dei vip più chiacchierati del momento parlano del loro passato e appunto confessano dei retroscena della loro vita.
Ruggeri ha più volte parlato pubblicamente della sua relazione con le droghe e degli anni immerso in un ambiente fatto di cocaina ed eccessi nella Milano degli anni ’80. Ma la storia che ha raccontato a Gomez è un’altra, quella della sua infanzia difficile segnata dai problemi del padre.
Enrico Ruggeri è nato a Milano nel giugno del 1957 e hai iniziato a fare musica giovanissimo, quando aveva appena 15 anni. Forse la sua passione lo ha aiutato ad evadere da un mondo familiare complicato in cui ha dovuto vedere il papà distutto dalla depressione e subirne le conseguenze.
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Problemi familiari
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Nonostante la situazione, i ricordi che Ruggeri ha della sua infanzia non sono solo negativi: “Se ho ricordi molto dolorosi della mia infanzia a causa della depressione di mio padre? No, credo di averli metabolizzati”, ha spiegato l’artista. Ma di certo l’esperienza ha lasciato segni indelebili su di lui; durante l’intervista a La Confessione, Enrico ha raccontato un padre presente fisicamente, ma assente nello spirito, sempre disteso a letto, stanco di tutto, che si scordava persino di prenderlo da scuola. La conseguenza è stata per lui sviluppare un carattere del tutto opposto come compensazione: “Come succede spesso, io mi sono buttato tutto dall’altra parte. Non ho mai fatto un giorno di vacanza, ho una cura maniacale del tempo, di solito arrivo con 10 minuti di anticipo”.
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Per Enrico Ruggeri è una regola non scritta: quando si ha un genitore con problemi, o si imita o si compensa. “La mia nevrosi da iperattività deriva proprio dall’orrore di aver visto una delle persone più importanti della mia vita, cioè mio padre, rinunciare totalmente all’azione”, ha spiegato. Oltre il dolore di essere cresciuto senza poter contare sulla sua figura paterna, a Ruggeri non rimane rancore nè odio nei suoi confronti, piuttosto comprensione: “Penso che avesse un grosso disagio e non puoi odiare una persona che non ti fa male per il suo piacere ma perché semplicemente non è in grado di farti del bene”.