Nel periodo della separazione da Stefano Bettarini, Simona Ventura si trovava in cima alla macchina televisiva, ma qualcuno, per buttarla giù, la attaccò sul personale.
Oggi Simona Ventura è impegnata in una relazione con il giornalista Giovanni Terzi che va avanti dal 2019, ma nel passato della conduttrice ci sono varie storie importanti, come quella con Gerò Carraro, il figlio del marito di Mara Venier, a cui è stata legata dal 2010 al 2018.
La sua relazione più nota però, e di certo la più significativa, è stata quella con Stefano Bettarini, con cui Simona è stata sposata dal 1998 al 2004, divoriziando definitivamente nel 2008. Dalla loro unione sono nati due figli, Niccolò nel 1998 e Giacomo nel 2000.
Come sappiamo, il matrimonio di Simona e Stefano è finito a causa dei numerosi tradimenti di lui e tra loro le cose, almeno all’inizio, non sono terminate affatto bene. La Ventura d’altronde, dopo la separazione, ha rischiato anche di perdere la custodia dei figli a causa di false accuse.
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Le accuse di droga
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In un’intervista del 2018 rilasciata in occasione del suo ritorno televisivo come conduttrice di Temptation Island, Simona Ventura ha raccontato le gravi accuse che gli sono state mosse dopo il divorzio e il calvario che ha dovuto subire per non perdere la custodia dei figli Niccolò e Giacomo. Proprio in quel momento, si trovava in un periodo d’oro della propria carriera; lavorava tantissimo, ma nel frattempo, nel suo privato, le cose stavano precipitando: “Da dieci, undici anni, lavoravo tantissimo e con grandi risultati. Avevo tutto, ma non era vero. Tornavo a casa e mi sentivo sola”.
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La Ventura ha rivelato che per buttarla giù dal piedistallo in cui si trovava, la attaccarono nel punto che faceva più male, i figli. Simona non ha fatto nomi, ma ha spiegato che si aggrapparono al fatto che non avesse molto tempo da dedicare ai bambini e che arrivarono ad accusarla di fare uso di stupefacenti; la notizia ebbe una grande risonanza mediatica, ma alla fine le accuse si rivelarono infondate: “Ero smagrita, si vedeva la sofferenza. Per tre anni, ho dovuto fare l’analisi del capello per dimostrare che non mi drogavo. Forse volevano togliermi i figli per farmi male da ogni punto di vista, umano e quindi professionale”.
