Paola Perego è stata sposata per sette anni con il calciatore Andrea Carnevale e quando la loro storia è finita la conduttrice ha attraversato un momento molto complicato.
Paola Perego ha raggiunto la notorietà negli anni ’90 conducendo vari programmi di successo come Mattina in famiglia e Forum ed ha poi continuato su questa scia lavorando come presentatrice per Verissimo, Buona Domenica, La Vita in Diretta, Domenica In.
Oggi la conduttrice è sposata da dieci anni; ad inizio anni 2000 infatti, la Perego ha conosciuto l’agente Lucio Presta di cui si è perdutamente innamorata e dopo un lunghissimo fidanzamento durato circa 10 anni, nel 2011, la coppia è convolata a nozze.
Nel passato sentimentale di Paola Perego però, c’è un matrimonio finito per cui la conduttrice ha sofferto molto; ha attraversato dei momenti davvero bui da cui è riuscita ad uscire solo grazie al lavoro e all’amore per i suoi figli.
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La difficile separazione
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Paola Perego conobbe il calciatore Andrea Carnevale a metà degli anni ’80 e tra loro iniziò un’intensa storia d’amore che culminò in un matrimonio; dopo sette anni insieme però, Paola nel 1997 chiese il divorzio. Dalla loro unione sono nati due figli, Giulia la primogenita e Riccardo il più piccolo. In un’intervista del 2016, la conduttrice ha confessato di aver attraversato un momento molto difficile proprio a causa della fine del suo matrimonio. “Ero disperatamente sola. Il mio bambino soffriva d’asma, non dormiva la notte e io avevo paura a prenderlo in braccio. Temevo di buttarmi dalla finestra insieme con lui”, ha raccontato la Perego al settimanale Grazia.
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Il ritrovarsi improvvisamente da sola con due bambini piccoli, aveva messo Paola in una situazione psicologica molto fragile per cui aveva cominciato a soffrire di attacchi di panico, ma faticava ad ammettere questa debolezza: “Soffrivo di attacchi di panico, ma non volevo ammetterlo. Mi vergognavo, mi sembrava una debolezza inaccettabile. Non riuscivo a fare anche cose banalissime, come guidare”. Ad aiutarla ad attraversare questo periodo doloroso è stato il lavoro, l’unico compito quotidiano che riusciva ancora a portare a termine: “Per molto tempo è stato l’unica cosa che io riuscissi a fare in pubblico. Grazie all’aiuto dei farmaci che mi dava il mio medico, riuscivo ad adare in onda. Lavoravo e poi mi rinchiudevo in casa”.