Le forze della maggioranza hanno trovato un accordo sul provvedimento del coprifuoco ma la tensione è alta: Pd e M5S contro Salvini
Il Parlamento approva un ordine del giorno sulla valutazione del coprifuoco, dopo una giornata caratterizzata da attacchi e accuse fra le forze della maggioranza. Al centro delle discussioni Pd, M5S e LeU da una parte, Lega dall’altra. L’obiettivo delle forze del centrosinistra e del M5S era (anche) quello di fare in modo che Salvini non si intestasse una vittoria arrivata dopo il lavoro di tutto il Governo.
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L’ordine del giorno ha ufficializzato quello di cui si parlava già da qualche giorno. Il prima possibile, nel mese di maggio, si valuterà l’efficacia del coprifuoco e la possibilità di modificarne gli orari. Analizzando l’andamento della curva epidemiologica, si valuterà se spostare l’orario di inizio del provvedimento di una o due ore avanti. La decisione dovrebbe arrivare entro fine maggio. Matteo Salvini, sui social, esulta e grida alla vittoria della Lega ma M5S e Pd non ci stanno e attaccano.
Il partito di Letta parla di “infantilismo politico di chi si intesta la vittoria sulle riaperture” mentre i portavoce del Movimento dicono che “Non c’è nessuna vittoria politica. Si seguono i dati“. Ma l’impressione è che Salvini, da dentro la maggioranza, continui a lavorare per conto proprio. Atteggiamento che inizia a infastidire gli alleati politici.
Intanto quella di ieri è stata una giornata calda anche nel fronte del Centrodestra. Prima dell’accordo nella maggioranza sul coprifuoco, Fratelli d’Italia aveva presentato due ordini del giorno: uno per spostare il coprifuoco alle 24, uno per annullarlo del tutto. Mentre Pd, M5S e LeU hanno votato contro, Lega e Forza Italia si sono astenute. Strategia che ha fatto arrabbiare Giorgia Meloni, la quale ha accusato tutta la maggioranza di “essere d’accordo con una legge liberticida. Hanno votato contro o si sono astenuti”. Chiaro il riferimento agli “alleati” del suo asse politico, che non hanno tardato a replicare.
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Salvini replica dicendo che “Stare al Governo significa incidere. All’opposizione potrei protestare, lamentarmi ma non potrei incidere”. Palese il riferimento alla Meloni in quella che non è la prima tensione registrata fra i due leader politici.
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