Secondo la distribuzione prevista dal Recovery Plan, solo il 40% delle risorse dovrebbe andare al Sud, in barba ai criteri di ripartizione decisi dalla Ue.
I sindaci del Mezzogiorno non ci stanno e hanno deciso di protestare scendendo in piazza contro la ripartizione delle risorse prevista dal Recovery Plan, che ha ribaltato le percentuali di attribuzione tra Nord e Sud a sfavore del Meridione.
Nei giorni scorsi la ministra del Sud Mara Carfagna è intervenuta sulla questione, spiegando che in base all’algoritmo usato dall’Unione Europea, al Sud spetterebbero più del 60% delle risorse, e non il 37-40% attualmente previsto.
Tra i criteri di ripartizione scelti dalla Ue ci sono la popolazione, il tasso medio di disoccupazione negli ultimi cinque anni e il Pil pro capite. Dati che avvantaggerebbero il Meridione nell’assegnazione dei fondi. “D’altra parte, se all’Italia spettano 209 miliardi di Next Generation EU è proprio perché esiste una questione meridionale ancora irrisolta”, ha sottolineato la Carfagna in un post su Facebook.
Invece succede che la premialità decisa dall’Euoropa sulla base della difficile condizione del Sud, verrà dirottata verso l’aerea più ricca del Paese, poiché è stato scelto di ripartire i soldi in basa alla popolazione, escludendo qualunque valutazione sul divario esistente tra le due macro aree.
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Recovery Plan, meno soldi al Sud: i sindaci protestano a Napoli
Un ripensamento sulla ripartizione del denaro sembra difficile, vista la trazione nordista del Governo Draghi. Ma i sindaci del meridione non si arrendono e dopo aver creato una rete hanno deciso far sentire la loro voce. Domani 25 aprile, giorno in cui si festeggia la Liberazione, i sindaci terranno a Napoli una manifestazione nazionale di protesta.
Ma intanto c’è chi ha già cominciato a protestare e in maniera eclatante, come Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti, cittadina della provincia barese, che ha deciso di dormire in municipio. Intervistato da Tpi, Carlucci ha dichiarato: “Draghi ha parlato più volte a favore del Meridione, ma così non si prende di petto la questione del Sud. Probabilmente subisce pressioni da parte della Lega o di altri partiti che spingono a vantaggio dei territori del Nord“.
La sua idea, è che “se risanato, il Sud può far rinascere tutto il Paese. Ecco perché servirebbe almeno il 60% delle risorse del Recovery per il Sud, e non il 40%: parliamo di una differenza di decine di miliardi”, ha aggiunto Carlucci, che nell’occupazione del municipio ha trovato subito l’appoggio di alcuni consiglieri comunali.
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Ciò che Carlucci contesta al Recovery Plan è la mancata “pianificazione dello sviluppo dei territori, in base ai loro reali fabbisogni”. Da qui la protesta in programma domani a Napoli che vedrà molti sindaci del Sud e “alcuni parlamentari come la senatrice Ricciardi del Movimento Cinque Stelle, i sindaci De Magistris e Magorno, Al Bano e molti altri”.
Sempre domani, annuncia Carlucci, “consegneremo un documento al Prefetto affinché lo invii a Draghi, nel quale chiediamo spiegazioni sul perché al Sud è andato il 40% e non il 60% del Recovery. I fondi non andavano distribuiti in base alla popolazione, ma secondo le reali necessità”.