L’app di messaggistica più famosa al mondo è di nuovo nella bufera. Ieri sera il WhatsApp down ha colpito di nuovo gli utenti. Vediamo cosa è successo.
Ieri sera un nuovo WhatsApp down ha impedito per svariati minuti di poter utilizzare la piattaforma di messaggistica più conosciuta al mondo. Non sono pochi gli utenti che manifestano il disagio causato dai continui malfunzionamenti di WhatsApp e sui social il tam tam è immediato. Ma vediamo cosa è successo.
A preoccupare i fan è in particolare la tutela della privacy sempre nel mirino da anni, secondo alcuni infatti non sarebbe garantita a dovere nonostante gli strumenti che WhatsApp offre. L’inserimento reciproco del numero di telefono in rubrica, consente infatti agli utenti di poter vedere lo stato, l‘ultimo accesso ed altri dettagli.
A questo WhatsApp rimedia consentendo tramite l’impostazione Privacy di limitare la condivisione dell’ultimo accesso con le altre persone. Inoltre, bloccando un utente, si impedisce che esso possa scriverci, vedere le nostre informazioni personali come ad esempio lo stato.
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Allarme WhatsApp, rischio violazione privacy
Oltre ai continui down della piattaforma, ieri sera alcuni utenti hanno segnalato un possibile bug, errore di trasmissione del codice di sorgente, che ha di fatto minacciato la privacy degli utenti, consentendo anche agli utenti bloccati la possibilità di vedere lo stato. Nella pratica, chiunque bloccato o meno, poteva visualizzare gli stati, piccole stories inserite da poco tempo su WhatsApp della durata di 24 ore e visibili da chiunque abbia memorizzato il nostro numero in rubrica.
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Da sempre WhatsApp in lotta con Telegram, in materia di privacy si pone in prima linea per garantire il massimo delle prestazioni ai suoi utenti, ma i continui errori e bug sono ormai all’ordine del giorno. Dovrà correre ai ripari, Mark Zuckenberg proprietario anche di Facebook, che ha acquisito nel 2014 anche la piattaforma di messaggistica più scaricata dagli utenti in tutto il mondo. Quasi un patto di fiducia con milioni utenti che continuano a sceglierla nonostante l’ormai chiara e valida concorrenza di Telegram e Signal.