Il Ministero della Salute ha rivalutato le somministrazioni del vaccino AstraZeneca, cambiano le regole ma nessuno stop.
Il vaccino AstraZeneca continua a preoccupare per via dei casi di morte per trombosi. Se inizialmente si negava un nesso tra gli eventi e il vaccino, adesso invece sembrerebbe confermato.
L’Ema ha chiarito la questione: c’è un nesso di causalità tra le trombosi e la somministrazione della prima dose di AstraZeneca. Non sono dati preoccupanti perché sono casi rari e sporadici rispetto alle milioni di somministrazioni effettuate. Quindi, nonostante in un primo momento le dosi siano state ritirate e poi rimesse in uso, questa volta non accadrà il cambio di rotta.
Il vaccino è stato considerato idoneo per la somministrazione, non ci sarà bisogno di ritiri dal commercio. “Il meccanismo che sottende allo sviluppo di questi fenomeni oggi non è definitivamente chiarito” ha dichiarato l’Ema, “Ci sono ipotesi che fanno pensare a reazioni del sistema immunitario. Questi fenomeni sono molto rari, gli eventi osservati sono stati superiori all’aspettato fino all’età di 60 anni“.
Dopo il verdetto europeo, l’Italia ha preso le sue decisioni in merito alla questione. Il Ministero della Salute e il ministro Speranza hanno confermato le nuove indicazioni.
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AstraZeneca confermato in Italia, nuove regole di somministrazione
“Al momento non ci sono elementi per non considerare la somministrazione di AstraZeneca in chi ha ricevuto la prima dose di questo vaccino, pur essendoci un numero limitato di soggetti che hanno ricevuto una seconda dose” ha spiegato Locatelli, coordinatore del Cts.
Il Comitato ha quindi dichiarato necessario continuare con le somministrazioni per non vanificare gli sforzi degli italiani fatti finora.
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“La posizione decisa dal ministro dopo un confronto è quella di raccomandare un uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni di età“. Questa l’ultima dichiarazione.
Dopo il confronto con le regioni, il Cts ha tranquillizzato i governatori annunciando l’arrivo di una circolare con elencati i punti chiave sulle nuove direttive del piano di vaccinazione, “Le regioni non continueranno in ordine sparso“.