Clamoroso caso di falsificazione dei dati da Coronavirus nella regione Sicilia: tre arresti ed un indagato tra gli assessori e gli addetti ai lavori.
Un nuovo terremoto, una falla nel sistema. Questo è quanto sta accadendo, in queste ore, nella Regione Sicilia. Sono quattro, in particolare, i protagonisti di questa storia, al centro di un’indagine promossa dalla Procura di Trapani. Si tratta di Ruggero Razza, assessore regionale, Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico. A cui si aggiungono Salvatore Cusimano, funzionario regionale, ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato. Tutti e quattro sono finiti agli arresti domiciliari per aver falsificato i dati relativi al contagio da Covid nella Regione. Una falsificazione al ribasso per eludere i livelli di sicurezza imposti dal Dpcm governativo. Fuori da ogni responsabilità sarebbe, invece, il Presidente della Regione, Musumeci. Secondo il gip sarebbe stato lui stesso ad essere stato tratto in inganno e non avrebbe alcun ruolo in questo piano definito “scellerato”.
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Come riferisce La Repubblica, l’indagine della Procura avrebbe avuto inizio in un modo del tutto causale. All’inizio, al centro dell’inchiesta c’era solo un centro analisi di Alcamo. I tecnici della struttura erano accusati di comunicare risultati negativi di tamponi il cui risultato era, invece, positivi. La chiave di volta è stata utilizzare alcune cimici e registrazioni telefoniche. Queste hanno fatto emergere il grande disegno politico dell’assessore Razza e del suo braccio destro, la Di Liberti. Nelle conversazioni incriminate si nota chiaramente come i soggetti indicati stiano pianificando di modificare i dati giornalieri. Al centro dell’indagini sono finiti più di 40 episodi, l’ultimo è quello del 19 marzo.
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Non è ancora del tutto chiaro il motivo dietro questo comportamento. Soprattutto dietro quello della Di Liberti che, solo pochi mesi fa, si era resa protagonista di una vera e propria battaglia per contrastare la falsificazione dei dati. “L’omissione o l’incompleta registrazione dei dati sulla piattaforma informatica da parte dei soggetti coinvolti nel processo di esecuzione e/o analisi dei tamponi, costituisce una grave inadempienza”. Questa una parte della nota. Per questo motivo, le indagini sono ancora in corso e verranno fatti ulteriori accertamenti. In queste ore sono state fatte delle perquisizioni, sono stati sequestrati computer, telefoni cellulari e server dell’assessorato. Un lavoro complesso che dovrà chiarire il comportamento della sanità siciliana senza fermare la macchina operativa.
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