Con l’avvio della campagna di vaccinazione contro il Covid nel mondo partono i test per tornare alla normalità: si parte da concerti e discoteche.
La pandemia di coronavirus che da un anno attanaglia il mondo ha messo in pausa un gran numero di cose che spesso si danno per scontate. Tra le vittime più colpite dalla pandemia infatti c’è il settore dell’intrattenimento, che da mesi è fermo e non riesce a ripartire. Questo non accade solo in Italia, ma anche nel resto del mondo: molti paesi infatti non hanno ancora autorizzato la ripartenza di cinema, teatri, concerti e discoteche.
A 12 mesi dall’inizio del lockdown in Italia – una data significativa per tutta l’Europa e non solo – c’è però chi studia come tornare alla normalità. In alcuni paesi infatti stanno nascendo degli studi scientifici per far ripartire in sicurezza le attività ricreative. Altri ancora invece hanno raggiunto risultati tali per cui possono ripartire senza più restrizioni. Insomma, il Covid avrà fermato concerti e discoteche ma potrebbero essere sul punto di tornare.
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Concerti e discoteche pronti a tornare dopo il Covid: cominciano gli esperimenti
Il ritorno di concerti e discoteche, fermi da ormai un anno per via della pandemia di Covid, potrebbe non essere così lontano. Nei Paesi Bassi infatti un team di scienziati ha preparato una vera serata in discoteca, a cui hanno preso parte 1.300 persone, per capire come far ripartire i grandi eventi. La fretta dei Paesi Bassi è comprensibile, dal momento che dal 18 al 22 maggio il paese dovrebbe ospitare l’Eurovision Song Contest. L’edizione di quest’anno, la prima dopo lo storico stop dell’anno scorso, potrebbe essere il punto di partenza del ritorno alla normalità.
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Se da una parte in Europa si fanno esperimenti, in Australia il ritorno alla normalità sembra già realtà. Nel paese infatti i contagi giornalieri sono poche decine: per questo motivo il governo ha dato la possibilità di ripartire con gli eventi live. Ad inaugurare questo ritorno sul palco ci ha pensato Tame Impala, che ha registrato ben due date sold-out a Melbourne. Un risultato impensabile non solo in Europa ma anche negli USA, dove la pandemia ha già causato 500mila morti.
