Il presidente della Juventus Andrea Agnelli vuole cambiare le carte in tavola in Serie A che così, secondo lui, non può più funzionare
Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ci riprova. Non è un segreto che nelle sue intenzioni il calcio europeo e, nello specifico, italiano, debba essere rivoluzionato per renderlo più appetibile. In passato il presidente dell’ECA è stato uno dei fautori più accesi del “maxi campionato europeo”, idea per il momento accantonata. Questa ipotesi nacque nel momento in cui molti potenti del calcio europeo cercavano una soluzione per attirare più investitori possibili.
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A livello economico la competizione più remunerativa in Europa è senza dubbio la Champions League. Proprio per questo motivo a fasi alterne si cercano nuovi modi per valorizzare il calcio più blasonato. Purtroppo, per la legge del contrappasso, a essere danneggiati da soluzioni del genere sarebbero con ogni probabilità i campionati nazionali. I dubbi delle squadre medie e piccole nascono proprio dal fatto che, se la maggior parte dei fondi provenienti dalle istituzioni calcistiche e dalle televisioni, venissero dirottati verso competizioni europee, a loro non resterebbero che le briciole.
Queste ipotesi però faticano ad essere dismesse del tutto e ora Andrea Agnelli vorrebbe lanciare una nuova rivoluzione in Serie A.
Al congresso dei club europei Agnelli prova a lanciare una soluzione che potrebbe funzionare nell’immediato. Secondo le parole del presidente della Juventus, il primo passo da compiere sarebbe quello di ridurre le squadre dei principali campionati europei e, di conseguenza, le partite.
“Venti squadre sono troppe” è il pensiero di Agnelli. Secondo quanto affermato oggi, in Italia, Inghilterra, Spagna e Francia si dovrebbe ridurre il numero di squadre dei campionati principali almeno a 18. In questo modo si giocherebbero meno partite e ci sarebbe meno rischio di infortuni. Tutto questo, dovrebbe essere fatto nell’ottica di favorire la Champions League, che nei prossimi anni vedrà la partecipazione di un numero maggiore di squadre rispetto ad oggi.
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Con la riduzione delle squadre nei campionati nazionali, ne gioverebbe la competizione, che sarebbe molto più equilibrata. Come conseguenza, all’aumentare dello spettacolo, aumenterebbero anche gli investitori. Il pensiero di Agnelli si conclude con un pensiero che sembra quasi filosofico: se non si agisse subito, dice, rischieremmo di rimanere nella negazione di ciò che potremmo essere e nell’oblio di ciò che siamo stati.
Un chiaro rimando ad un cambiamento che sembra essere sempre più necessario.
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