Diletta Leotta ha commentato per DAZN Milan-Udinese, ma si è resa protagonista di una gaffe, convinta che il microfono fosse spento.
Sin dal suo arrivo in Italia Diletta Leotta è il volta di punta di DAZN, a cui spetta il compito di presentare la gara di Serie A più importante tra quelle trasmesse dalla piattaforma in streaming. E anche ieri sera, in occasione del turno infrasettimanale di campionato, lei è andata nuovamente in onda da San Siro, dove era in programma Milan-Udinese, gara terminata 1-1. I rossoneri sono riusciti a ottenere solo allo scadere il pareggio su rigore, un risultato che sa di passo falso piuttosto pesante e che potrebbe permettere all’Inter stasera di allungare nuovamente in classifica.
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La bella conduttrice, però, ha fatto discutere per un piccolo errore, che non fa che dare ragione a chi ritiene che lei sia riuscita a ottenere questo ruolo soprattutto per la sua bellezza e non tanto per una reale competenza calcistica. In realtà, però, tutto è accaduto a causa di un errore tecnico; se non ci fosse stato, infatti, tutto sarebbe passato sotto silenzio tra i telespettatori.
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Diletta Leotta e il problema tecnico inaspettato: cosa è accaduto a Milan-Udinese
Subito dopo il fischio finale, come di consueto, Diletta ha preso la parola, affiancata da Simone Tiribocchi per commentare quanto era accaduto poco prima in campo. Inevitabilmente, il discorso avrebbe dovuto partire proprio dall’episodio che ha condizionato il risultato, il rigore concesso al Milan per un fallo di mano di Stryger Larsen. Un intervento decisamente avventato, ma vietato dal regolamento, che non ha provocato alcuna protesta da parte dei friulani.
Il pubblico che stava seguendo il post partita ha però sentito nitidamente una frase pronunciata da lla Leotta: “Come si chiama quello che ha sbagliato?“. Il riferimento era ovviamente al giocatore bianconero, il cui gesto ha impedito ai suoi di ottenere una vittoria importante. In quel momento lei era certamente convinta di avere il microfono spento, ma non fa particolarmente onore a chi fa il suo lavoro non sapere un’informazione così importante ma allo stesso tempo banale.