Il Presidente del Consiglio Mario Draghi sgrida l’Europa, evidenziando le difficoltà sulla distribuzione dei vaccini. “Dobbiamo andare più veloci”
Nel vertice Ue tenutosi ieri in videoconferenza, i rappresentanti degli paesi dell’Unione si sono confrontati sull’attuale emergenza. Il punto principale è ovviamente quello relativo alle vaccinazioni e ai problemi di distribuzione delle dosi.
Il premier italiano Mario Draghi ha le idee molto chiare in tal senso e di certo non se le tiene per sé. Quando la presidente Ursula Van der Leyen ha mostrato i dati sulle consegne delle vaccinazioni relativi all’ultimo trimestre, la risposta del presidente del Consiglio italiano è stata netta: “Dobbiamo essere più veloci”.
Mario Draghi gode di grande rispetto nel Consiglio dell’UE e anche per questo le sue proposte sono ascoltate con estrema attenzione. L’idea avanzata è quella di procedere nella maniera più rapida possibile almeno con le prime dosi, potendo poi avere più pazienza in attesa del richiamo. Dagli ultimi studi, infatti, è emerso che già con la prima inoculazione del vaccino la maggior parte delle persone possa essere adeguatamente protetta dal virus.
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Molto duro il premier nei confronti di quelle aziende che non rispettano gli accordi presi le quali, secondo Draghi, non dovrebbero essere scusate in alcun modo. Uno sguardo viene rivolto anche ai paesi che non fanno parte dell’Unione Europea. Una delle idee del Presidente del Consiglio italiano, è quella di fare come Stati Uniti e Gran Bretagna e fare in modo che l’Europa possa tenere i propri vaccini, guardando anche alle produzioni esterne all’Unione Europea.
Nel suo discorso precedente al vertice il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha fatto il punto della situazione. Ed è d’accordo con Mario Draghi nel punto di vista espresso in Europa sui vaccini. Sono tutti d’accordo nel dire che la ripresa economica e sociale dell’Europa passa dalle vaccinazioni, e devono essere prese tutte le misure necessarie.
Sassoli rimarca l’importanza di mantenere una collaborazione attiva e partecipativa fra tutti gli stati dell’Unione Europea. “Non devono esserci nazionalismi” ed esclusioni nella lotta al virus, dice, evidenziando come la situazione sia tragica allo stesso modo per tutti.
Sembra che qualcosa si stia lentamente muovendo sotto il punto di vista della distribuzione delle dosi vaccinali, che le aziende Pfizer e Astrazeneca stiano aumentando i loro sforzi per cercare di risolvere la situazione il prima possibile. A noi non resta che aspettare e sperare che vada tutto per il meglio.
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