Su Telegram in corso sequestri per centinaia di canali da parte della Guardia di Finanza. Le accuse sono molto gravi, ora si va a processo
Telegram è uno dei social network che si sta diffondendo maggiormente nell’ultimo periodo. Alternativa a Whatsapp come app di messaggistica, ha molte funzionalità che la stanno facendo apprezzare tantissimo dagli utenti.
Una di queste è la possibilità di creare dei canali in cui poter mettere link, documenti, foto da condividere con tutti i partecipanti. Esistono canali di ogni tipo, dedicati ad ogni genere di argomento. Ora alcuni di questi hanno attirato l’attenzione delle forze dell’ordine per le attività che si svolgevano al loro interno. La Guardia di Finanza di Bari ha infatti emesso un ordine di sequestro per 329 canali Telegram sui quali di praticava la diffusione illecita di materiale editoriale protetto dal diritto d’autore.
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Più di 300 canali, quindi, in cui agli utenti era permesso di scaricare in maniera completamente gratuita giornali, riviste, e-book. Una pratica inaccettabile il nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza ha bloccato dopo un’intensa attività di monitoraggio. I prodotti editoriali venivano scaricati attraverso link collegati a siti gestiti tramite server esteri. Una sorta di struttura a scatole cinesi che però non è bastata per mettere al sicuro i gestori dei canali.
Calcolati danni per centinaia di milioni di euro
La #FIEG (Federazione italiana editori giornali) chiede la “sospensione” di @telegram, per distribuzione illecita di giornali.
Tutto ok, va bene 🤨 pic.twitter.com/bfqXewd9oQ— Claudio (@sonoclaudio) April 14, 2020
Quella condotta dalle forze dell’ordine è un’operazione che sviluppa indagini già avviate nel 2020. Dall’anno scorso, infatti, la Guardia di Finanza teneva sotto controllo diversi siti e gruppi Telegram che diffondevano in maniera impropria i contenuti editoriali.
Il danno calcolato è enorme: si parla di oltre 250 milioni di euro all’anno, soldi che in questo modo venivano tolti all’editoria. La denuncia è partita dalla Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali, e questo ha permesso di identificare tutti i canali illegali in questione. Già l’anno scorso, la Federazione aveva addirittura chiesto la sospensione di Telegram per questi motivi.
I sequestri operati su Telegram hanno portato all’identificazione e alla denuncia di almeno diverse persone e perquisizioni in diverse regioni d’Italia.