Facebook nuovamente nella bufera: pasticcio legale, si va in tribunale?

Non un periodo tranquillo per Facebook che ha breve potrebbe essere trascinato di nuovo in tribunale per alcune pratiche poco chiare

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Nuovi guai per il social di Zuckerberg? (GettyImages)

Facebook potrebbe a breve dover affrontare una nuova causa in tribunale per essere stato poco chiaro in alcuni aspetti relativi alla pubblicità. Forse non tutti sanno che nel momento in cui si imposta una campagna di pubblicizzazione su Facebook, si ha la possibilità di decidere quale sia il proprio pubblico di riferimento. Giovani, anziani, lavoratori o disoccupati, abitanti di piccole o grandi città, tutti parametri da impostare all’inizio di una sponsorizzazione. 

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Una volta decisi quali parametri seguire, il social network, automaticamente, indica quante persone, potenzialmente, saranno raggiunte da questa sponsorizzazione. Questo dato si chiama, per l’appunto, “copertura potenziale”. Proprio intorno a questa denominazione, e più specificamente sul termine “potenziale”, Facebook potrebbe passare grossi guai. 

Sembra infatti che la piattaforma di Mark Zuckerberg abbia da sempre sovrastimato questo dato, indicando un numero molto maggiore di persone che sarebbero state raggiunte dalla pubblicità. In questo modo avrebbe spinto gli inserzionisti a versare più fondi e guadagnato molto di più di quanto non avrebbe fatto correggendo questa stima.

Secondo gli accusanti di Facebook, questa stima non terrebbe conto di account falsi, inattivi, doppi, rendendola non veritiera. Un dipendente di Facebook ha addirittura affermato che queste entrate “Non avremmo mai dovuto farle” perchè basate su dei dati falsati. Un altra persona che lavora per Facebook avrebbe in passato proposto di correggere la dicitura e l’algoritmo, ma la sua proposta sarebbe stata rifiutata. Perchè? Ma è ovvio, perchè in questo modo le entrate del social network sarebbero drasticamente calate.

Come si difenderà adesso Facebook?

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Nuovi problemi per Facebook (GettyImages)

La spada di Damocle che pende sulla testa di Facebook è, fra le altre cose, una mail del 2017 di uno dei suoi più importanti dirigenti, Sheryl Sandberg, nella quale è scritto che questi problemi erano conosciuti già allora. 

Facebook però non ci sta e passa al contrattacco. Uno dei suoi portavoce ha dichiarato che si difenderanno con forza da queste accuse “senza merito”.

L’azienda afferma che i dati relativi alla “copertura potenziale” sarebbero solamente una stima, senza nessuna garanzia in termini numerici e di risultati. Inoltre i querelanti sono accusati di avere scelto dei documenti funzionali alla loro versione dei fatti, che in alcun modo provano la colpevolezza di Facebook.

È intanto da annotare che, non appena è partita la denuncia, la definizione di “copertura potenziale” è stata allargata e resa molto più chiara rispetto a quanto non fosse prima.

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