Continua il politically correct sulle piattaforme social, questa volta Facebook si scaglia contro Lino Banfi, l’attore replica in un’intervista
Facebook continua con le censure sulla sua piattaforma social. Ormai le misure utilizzate dal colosso sono sempre più restrittive. L’idea di base è quella di non permettere la pubblicazione di incitamento alla violenza o di post xenofobi e razzisti. Nonostante l’idea positiva condivisa da tutte le piattaforme social, l’iniziativa sta cadendo nell’assurdo.
L’algoritmo sta compiendo molti sbagli: non è abbastanza intelligente da capire il limite sottile tra ironia e attacco, questo è il grave problema sottolineato da utenti ed esperti. Questa volta a cadere nel mirino delle censure è proprio un gruppo da oltre 100mila utenti: “Noi che amiamo Lino Banfi official“, un luogo di riunione per tutti i fan di Lino.
Per esattezza parliamo di 117mila partecipanti, fondato da Calogero Vignera. Il social ha comunicato di aver oscurato il gruppo per via di pubblicazioni di frasi che incitavano all’odio e la violenza contro gli omosessuali. In realtà sulla bacheca venivano pubblicati spezzoni dei film dell’attore con l’intento di far sorridere. Per esempio frasi prese da Fracchia la belva umana, Zucchero, miele e peperoncino e così via. L’ironia di Banfi è spinta ma innocente: l’algoritmo di Facebook non ha compreso.
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“Ti spezzo la noce del capocollo“, “benvenuti a ‘sti frocioni belli grossi e capoccioni” queste parte delle frasi riprese dai film di Lino Banfi, ripubblicate per far ridere ma non accettate da Facebook. “Volevamo solo tirar su il morale alle persone, facevamo anche tanta beneficenza destinando il ricavato della vendita degli autografi di Banfi alla Croce Rossa“, così spiega Calogero Vignera, fondatore del gruppo social.
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Dopo la dichiarazione di Calogero, che ha in seguito deciso di passare a via legali, arriva la risposta di Banfi. L’attore si presenta davvero sconvolto dalle decisioni prese da Facebook, incredulo. “Ci stanno togliendo la possibilità di ridere e far ridere, invece oggi ne avremmo davvero bisogno” ha spiegato l’attore che poi si schiera contro questo “troppo politically correct”. “Con queste censure sono gli stessi censori a risultare assolutamente ridicoli” ha commentato al finale, sottolineando che mai nessun omosessuale si era mai sentito offeso per i suoi film comici.
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