I dati dei nuovi sondaggi politici parlano chiaro: la Lega Nord si fa notare anche questa volta, il governo Draghi ha il 65% di consensi
Il nuovo governo Draghi ha avuto un consenso altissimo: il 65% di consensi. Solo Monti l’aveva superato di qualche numero, anche se poi non aveva avuto il tanto successo preannunciato.
Secondo l’ultimo sondaggio Swg realizzato per il Tg di La7, diretto da Enrico Mentana, già si possono notare i primi esiti del nuovo governo di Mario Draghi. Le varie forze politiche sembrerebbero rimanere su decisioni convergenti. L’unico partito che si è schierato politicamente contro è Fratelli d’Italia.
La Meloni, ieri sera in diretta a Fuori dal Coro, ha sottolineato più volte che non vorrà mai scendere a patti con un governo misto: “Non si può governare prendendo un po’ da un’ideologia e un po’ da quella opposta, così nessuno potrà mai fare un giusto governo“. Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia non è giusto unire voci di diverse fazioni: è proprio quello che è successo fin ora e ha portato solo caos e crisi generali. Ogni partito ha delle idee da portare avanti, dei progetti politici da perseguire: non può farlo se deve scendere a patti con fazioni opposte che perseguono obiettivi completamente differenti.
Oltre alla voce davvero fuori dal coro della Meloni, tutti gli altri partiti sembrerebbero voler collaborare con il nuovo governo Draghi: questo è ciò che viene fuori dai sondaggi. Ma un dato è ancora più lampante..
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Risultati dei sondaggi politici, la mossa della Lega era prevedibile
Il 91% degli elettori Pd ha detto di essere a favore del nuovo esecutivo, anche per M5s c’è il 63% di sì. FI, come dicevamo precedentemente ha un 48% di elettori con il no. Emblematica è anche la risposta della Lega: 76% a favore. Dal sondaggio è palese la voglia di collaborazione da tutti i rami politici (tranne l’incerto Forza Italia per via della decisione della Meloni).
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Il dato che fa riflettere è il fatto che i 3/4 degli elettori Lega si mostrano a favore del governo Draghi: spiegherebbe le decisioni del riassetto politico. Appare ormai evidente che la scelta di Salvini nella direzione di entrare nell’esecutivo era obbligata e prevedibile.
