Rivoluzione epocale: cambia tutto in Serie A

Il nuovo presidente dell’AIA Trentalange annuncia da subito dei cambiamenti che daranno il via ad una vera e propria rivoluzione in Serie A

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Il nuovo presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Trentalange (screenshot)

L’era di Marcello Nicchi come capo degli arbitri è terminata ieri dopo 12 anni e al suo posto è subentrato Alfredo Trentalange. Ex arbitro internazionale, 57 anni, quasi 200 presenze in serie A, è lui il nuovo numero 1 dell’Associazione Italiana Arbitri.

Subito dopo l’elezione, Trentalange si pone come simbolo di discontinuità rispetto al passato, annunciando cambiamenti e mettendo da subito in chiaro alcuni punti importantissimi. 

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Il primo fra questi punti, è l’intenzione di fare in modo che gli arbitri possano finalmente parlare con la stampa. Questo è un grandissimo passo in avanti che mette in evidenza le differenze con la gestione precedente, che vedeva gli arbitri italiani impossibilitati a parlare con i media per ordini dall’alto.

“Dobbiamo adeguarci a una comunicazione più aperta” dice Trentalange, sempre mantenendo il rispetto dei ruoli e, ovviamente, utilizzando i giusti metodi. Una direzione che porta a rendere più trasparenti i rapporti non solo con giornali e televisioni, ma anche con tifosi, allenatori e calciatori.

Dopo 12 anni ha vinto la discontinuità nella classe arbitrale

Trentalange succede a Nicchi, simbolo della rinascita arbitrale dopo Calciopoli. Una rinascita, però, che ha portato la classe arbitrale a trincerarsi dietro silenzi a volte inspiegabili, dietro un’intoccabilità capace di provocare più di qualche fastidio.

Ora tutto questo sembra destinato a cambiare, insieme a molte altre cose. Una delle idee dell’ex arbitro è quella di istituire un tavolo dei presidenti di sezione, tramite il quale mettere in luce e risolvere problematiche e bisogni della classe arbitrale. Tutto ciò, secondo le parole di Trentalange, sempre tenendo un occhio alla base, all’intera classe arbitrale e non solo ai direttori di gara della serie A.

Inizia una nuova era per gli arbitri italiani e ora bisognerà valutare se la direzione intrapresa sia quella giusta.

 

 

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