Governo Draghi, chi esce vincitore? Flop M5s, FI fa bingo

Il Governo Draghi è appena nato, ma guardando i nomi dell’esecutivo, si possono già tirare le somme per capire quali sono i partiti che escono sconfitti o vincenti dalle consultazioni: un flop per il M5s  e il Pd,  FI fa bingo. 

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Beppe Grillo – GettyImages

 

Ieri sera è salito al Quirinale, sciogliendo la fiducia, poi ha annunciato i nomi dei ministri, e oggi ha giurato davanti al presidente della Repubblica, assieme alla sua squadra di governo. Il Governo Draghi è appena nato, ma dando un’occhiata alla composizione dell’esecutivo si può già esprimere un giudizio su quelli che sono i partiti vincenti o sconfitti dopo le consultazioni: un flop per il M5s  e il Pd,  FI fa bingo assieme alla Lega.  

Altro vincitore sicuro è Matteo Renzi, nonostante per Italia Viva, tra i ministri ci sia solo Elena Bonetti. L’ex rottamatore è riuscito a mandar via Conte da Palazzo Chigi, facendo arrivare Draghi, già caldeggiato da Renzi prima che facesse scoppiare la crisi di governo.

Ma tutto ha un costo, che in questo caso è il più basso indice di gradimento nella classifica dei politici. Situazione che per Renzi rischia di durare al ungo, e le elezioni non sono poi così lontane.

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Governo Draghi:  Flop M5s, FI fa bingo assieme a Salvini

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Berlusconi e Brunetta – GettyImages

Partiamo dai vincitori di questa nuova fase politica: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Il leader della Lega, spinto dall’ala governista del suo partito, ha deciso per l’appoggio incondizionato nei confronti di Mario Draghi, ricevendo in cambio tre ministri, tra cui il numero due del Carrocccio, Giancarlo Giorgetti.

Certo, Giorgetti, Garavaglia e Stefani appartengono all’ala moderata che non è quella di Salvini. Ma tre ministri è un numero cospicuo, che tiene conto dei sondaggi e delle europee, anziché dei numeri in Parlamento.

Stesso numero di ministeri per Silvio Berlusconi, con Gelmini, Brunetta e Carfagna. E anche se sono tuti e tre senza portafogli, Forza Italia non può di certo lamentarsi, perché avrò comunque una rappresentanza di peso all’interno dell’esecutivo.

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Poi ci sono gli sconfitti: il M5s e il Pd. Il Movimento dovrebbe festeggiare, avendo quattro ministri, tra cui il riconfermato Luigi Di Maio agli esteri. Ma Daniele Franco, ministro dell’Economia, e Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, furono inseriti nella lista nera dei grillini ai tempi del governo con Salvini.

Inoltre, si può ben dire, che nell’assegnazione dei ministeri, il Movimento si stato ridimensionato nell’aspetto qualitativo.  Il M5s ha perso il Mise, andato alla Lega, con Stefano Patuanelli trasferito all’Agricoltura. Ridimensionamento anche per Fabiana Dadone, che dalla Pubblica amministrazione è passata alle Politiche giovanili. E poi c’è la questione del neo ministero per la Transizione Ecologica, risultato di cui i grillini si sono appropriati, ma che è andato al tecnico Roberto Cingolani

Il Pd ha ottenuto tre posti di governo con Andrea Orlando, Dario Franceschini e Lorenzo Guerini, i quali rappresentano le tre correnti dei democratici. Tre ministri come la Lega e Forza Italia, uno in meno rispetto agli ex alleati grillini. E intanto si comincia a parlare di congresso, nel quale verrà messo sul piatto l’accusa rivolta a Zingaretti d’aver dato troppo spazio e credito a Conte, finendo per legarsi le mani ed essere poi costretti ad appoggiare Draghi per giocare di rimessa contro Renzi.

 

 

 

 

 

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