Si annuncia una battaglia infuocata, quella tra la Rai e il tg satirico di Canale 5. Stasera andrà in onda il secondo capitolo dell’inchiesta sui presunti sprechi per le sedi estere del servizio pubblico.
Ma l’azienda di stato è sul piede di guerra, tant’è che a viale Mazzini sono pronti a rispondere con un’azione legale.
In precedenza Striscia aveva puntato la sua attenzione su quattro sedi Rai all’estero. Oggi in vece a parlare sarà il segretario della Commissione Vigilanza.
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Sedi estere Rai, inchiesta di Striscia: stasera le dichiarazioni del segretario della Commissione Vigilanza
Il primo capitolo dell’inchiesta condotta dagli uomini di Antonio Ricci ha riguardato i costi delle sedi Rai di New York, Mosca, Bruxelles e Pechino.
Stasera invece tocca al deputato leghista Massimiliano Capitanio, segretario della Commissione Vigilanza Rai, dire la sua. Il politico, ai microfoni di Striscia, avrebbe affermato che “ricostruendo i conti” si arriva “verosimilmente a 25 milioni di euro spesi all’anno solo per le sedi estere”.
E questa sarebbe solo una delle cifre elencate dal deputato, avallando così la tesi sostenuta dal tg satirico. Secondo Capitanio il problema delle sedi estere è una questione della quale “si discute da 10 anni”. E che addirittura ci sarebbero voci second le quali sempre “negli ultimi 10 anni” sarebbe stato speso “addirittura 1 miliardo di euro”.
Il deputato leghista avrebbe anche annunciato che la Rai a “giugno porterà un bilancio con 57 milioni di euro di buco, di cui quasi la metà è da addebitarsi ai corrispondenti all’estero. Senza contare gli inviati“. Dichiarazione che suona come una critica velata, ma nemmeno tanto, nei confronti dell’AD Salini, il quale ha inserito tra i suoi progetti anche il contenimento delle spese.
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Tra Rai e Striscia, la polemica rischia di infiammarsi ulteriormente. Una storia che va avanti ormai da settimane, grazie i servizi dell’inviato Pinuccio. A cui a breve dovrebbe aggiungersi il carico da novanta.
Le voci su un’imminente azione legale promossa dalla Rai, su sollecitazione del sindacato Usigrai e degli stessi corrispondenti, sono sempre più insistenti. Del resto, difronte ad accuse così pesanti, l’azienda di stato non può restare a guardare. E se così dovese essere, la guerra tra Mediaset e Rai si trasferirebbe nelle aule di tribunale.