Un documento della ASL 5 ligure ha inserito il “comportamento omosessuale” tra quelli maggiormente a rischio per il Covid: bufera di polemiche.
Un documento della ASL 5 ligure, quella che gestisce la sanità della provincia della Spezia, sembra destinato a far molto discutere nei prossimi giorni. Poche ore fa infatti il consigliere regionale di opposizione Ferruccio Sansa ha pubblicato lo screenshot di una tabella che elencava le categorie a rischio Covid. Tra queste però una fa particolarmente rumore: tra i soggetti più a rischio infatti ci sarebbero quelli con “comportamento omosessuale“.
La dicitura precisa del documento parla di “soggetti con comportamenti a rischio”: quelli elencati sono la tossicodipendenza, il sex work e l’omosessualità. Si tratta di una dicitura quantomeno scientificamente scorretta, che arriva da un documento pubblicato dal Ministero della Salute. La polemica è esplosa rapidamente dopo il post di Sansa, portando il presidente della regione Giovanni Toti e il direttore della ASL 5 Paolo Cavagnaro a scusarsi pubblicamente.
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“Comportamento omosessuale aumenta il rischio di Covid”: immediate le scuse
Il modulo della ASL 5 spezzina che inserisce il “comportamento omosessuale” tra quelli a rischio per il vaccino contro il Covid ha rapidamente fatto il giro del web. In molti infatti hanno pubblicato commenti indignati sulla vicenda, giudicando “inaccettabile” la dicitura. Tra questi ci sono i consiglieri regionali Davide Natale e Luca Garibaldi, eletti tra le fila del centrosinistra.
Il direttore della ASL Paolo Cavagnaro ha immediatamente chiesto scusa, promettendo che il modulo sarebbe stato subito cambiato. Ha poi spiegato che il modulo era parte di un documento scaricabile dalla rete intranet dell’azienda sanitaria e che nessuno lo ha controllato. Anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha parlato di “errore inaccettabile“, promettendo l’avvio di un’indagine per individuare i responsabili della diffusione del modulo.
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Il Ministero della Salute ha pubblicato una nota stampa per chiarire la propria situazione. La nota ha chiarito che sono i comportamenti, e non l’orientamento sessuale, a determinare il livello di rischio di contrarre la malattia. La dicitura, introdotta negli anni ’90 per i moduli per la donazione del sangue, è rimasta nei documenti del Ministero fino ad oggi. Il Ministero ha annunciato che il modulo verrà immediatamente corretto.