Secondo giorno di consultazioni per risolvere la Crisi di Governo ma il Conte ter appare sempre più a rischio. Intanto il neo gruppo degli “Europeisti” rimane a quota dieci dopo il dietrofront del senatore Vitali.
Proseguono le consultazioni di rito ma la possibilità di veder nascere il Governo Conte Ter si fa sempre più complicata.
Dopo aver incontrato nella giornata di ieri i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, Sergio, oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà le delegazioni dei partiti: il gruppo parlamentare del Senato Per le autonomie, i gruppi misti di Senato e Camera, Liberi e Uguali, Italia Viva-Psi, Partito Democratico. Domani toccherà al centrodestra e al Movimento 5 Stelle.
Intanto Pd e 5S hanno ribadito massima fiducia e lealtà nei confronti del presidente del consiglio dimissionario ed è quello che diranno una volta saliti al Colle. Per loro la figura di Giuseppe Conte non si discute ed è quindi naturale che abbiano accolto l’intervento dell’ex ministra di Italia Viva, Teresa Bellanova, come una provocazione, quando non ha escluso la possibilità di appoggiare un governo Di Maio.
In realtà, la Bellanova ha poi precisato che il suo partito non sta facendo una questione di nomi, ma di programmi, lasciando intendere ancora una volta la possibilità di trovare un accordo. Bisognerà capire adesso chi, tra Renzi e Conte, è disposto a fare un passo indietro per farne due avanti, verso la soluzione della crisi.
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Mentre le consultazioni vanno avanti, il Partito Democratico e il M5s ad oggi confermano la loro fiducia nella persona di Giuseppe Conte.
Strada impercorribile per Lega e Fratelli d’Italia che ritengono il voto anticipato quale unica soluzione per uscire dallo stallo che si è venuto a creare. Salvini e Meloni escludono in maniera categorica l’eventualità del Conte ter. Forza Italia, invece, si stacca dal coro del centrodestra e chiede un governo di unità nazionale.
Invece Italia Viva non pone veti sul nome di Conte, sebbene sia evidente che tra quest’ultimo e Renzi ci sia un tira e molla difficile da sbrogliare. Infatti secondo IV il nome del nuovo capo di governo deve passare in second’ordine rispetto ai programmi, e non è detto che debba essere necessariamente quello del presidente del consiglio dimissionario.
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Il problema più grave che mette a rischio la terza esperienza governativa di Giuseppe Conte è la mancanza della maggioranza assoluta in Senato.
Neanche la nascita del nuovo gruppo “Europeisti Maie Centro Democratico” serve a colmare la differenza numerica. I dieci responsabili provengono tutti del gruppo Misto, soprattutto dal Maie e dal Centro democratico, ma non bastano.
Inoltre è di questa mattina la notizia che il senatore di Forza Italia Luigi Vitali non sosterrà un governo guidato da Conte. La fuoriuscita da FI è durata solo 24 ore. “Nessun appoggio politico al Conte Ter”, ribadisce il senatore in una nota, assottigliando ancora una volta i numeri a Palazzo Madama.
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