Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato un decreto legge sull’autonomia del Coni, adesso è confermato: alle Olimpiadi andremo con la bandiera nazionale.
La vicenda nasce con la famosa ‘riforma dello sport’, avviata dal governo gialloverde. Il punto critico riguarda il personale e i beni del Coni. Anni fa erano affidati alla sua azienda Coni Servizi: con la trasformazione di quest’ultima nella società Sport e Salute, ad opera dell’ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti, oggi dipendono dal governo.
Pd e Italia Viva chiedevano di restituire tutto al Coni, il M5s pretendeva che Giovanni Malagò scegliesse fra il suo terzo mandato al Foro Italico e la presidenza delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Il problema è stato arginato e non risolto fino a poco fa.
Le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte si sono così incrociate con il rischio che l’Italia partecipi alle Olimpiadi di Tokyo senza bandiera. Una questione che va avanti ormai da due anni. Questa mancata autonomia dell’ente dopo la riforma della governance ha fatto sì che l’Italia si trovasse nella situazione della Bielorussia del dittatore Lukashenko. Per sanare la situazione l’esecutivo ha fatto un Decreto ad hoc, fino ad ora non approvato dalla maggioranza di Palazzo Chigi.
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Il consiglio dei ministri e l’approvazione del Decreto Cio
Durante la riunione dei Ministri, il Consiglio ha votato per l’approvazione del Decreto Cio, con il quale l’Italia riconsegna l’autonomia all’ente per lo sport Coni. In questo modo gli italiani parteciperanno alle olimpiadi con la bandiera.
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Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha appena informato al telefono Thomas Bach dell’approvazione del decreto. Malagò, che ha interrotto il cda di Milano-Cortina, ha sottolineato al presidente del Cio: “la legge è ok, l’autonomia è salva”. “Sono molto felice” -ha subito replicato Bach-.