Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, è stato duramente attaccato dall’opposizione in occasione del primo Consiglio organizzato dopo le polemiche nate per l’invio dei dati che hanno portato alla “zona rossa” prolungata.
Non è un momento semplice quello che si trova a vivere il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ormai da mesi nell’occhio del ciclone per la gestione della pandemia, che ha fatto migliaia di morti nella sua zona, che è risultata l’area più colpita. Le critiche sono però diventate ancora più aspre nell’ultimo periodo, per l’accusa lanciata dal Governatore, in accordo con il neo assessore al Welfare e alla Sanità Letizia Moratti. Il politico, infatti, ha presentato ricorso al TAR sottolineando di essere stato danneggiato dal governo, che ha mantenuto la “zona rossa” per un periodo troppo lungo, arrivando a danneggiare in maniera pesante le attività commerciali.
Il dietrofront con il ritorno alla “zona arancione” è poi arrivato. Ma resta da chiarire ancora di chi sia la responsabilità dei dati che hanno condizionato il giudizio finale. Fontana, infatti, continua a respingere le accuse e sostiene di essersi sempre comportato in modo trasparente e corretto, ma anzi di essere pronto a proseguire con la sua azione per poter ottenere un risarcimento destinato ai cittadini che sono rimasti colpiti dalle misure restrittive.
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Fontana attaccato in Consiglio Comunale: com’è andato il vertice
Come ogni martedì, si è tenuto in giornata il tradizionale appuntamento con il Consiglio Regionale della Lombardia, ma il clima, come era facile immaginare, non è stato certamente dei migliori. La situazione si è fatta particolarmente infuocata dopo le parole del Governatore. A intervenire è stato il consigliere di +Europa, Michele Usuelli, che ritiene sia quanto mai necessario poter fare chiarezza su chi sia stato il responsabile della “zona rossa” prolungata. Proprio per questo lui ha chiesto di mostrare in maniera trasparente i dati che sono stati inviati al governo.
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Ma non è finita qui. Usuelli si è reso protagonista di un gesto davvero eclatante, arrivando a inginocchiarsi davanti ai banchi della Giunta. I rappresentanti di Movimento Cinque Stelle e Pd, che in Lombardia rappresentano l’opposizione, hanno invece deciso di manifestare il proprio dissenso con una serie di cartelli. Queste le scritte «Verità per la Lombardia», «Basta bugie» e «Ora basta».
Inevitabile dopo l’accaduto l’espulsione di otto propri esponenti: oltre ad Usuelli, i pentastellati Nicola Di Marco, Dario Violi, Simone Verni, Dino Alberti, Luigi Piccirillo e Massimo De Rosa, e il consigliere del Pd Pietro Bussolati.