Dopo la sconfitta col Verona emergono parecchi interrogativi: quale sarà il futuro di Rino Gattuso? Si dimetterà? Sarà esonerato? Nel frattempo dall’Inghilterra arriva una suggestione: il ritorno di Benitez sulla panchina azzurra.
La sconfitta di Verona è stata una sconfitta importante non solo per Gattuso, ma per l’intero progetto Napoli. Una vittoria in terra veneta avrebbe potuto rivitalizzare l’ambiente, oltre che avvicinare in maniera molto seria gli azzurri alla zona scudetto.
L’occasione, però, non è stata colta dagli uomini di Rino. La squadra è apparsa fragile prima nella testa e poi nelle gambe. Il gol immediato di Lozano, ha costretto la squadra ospite a chiudersi e ripartire contro un Verona di Juric che sul pressing e l’intensità sta costruendo un grande progetto tecnico.
Senza ombra di dubbio è la sconfitta di Gattuso che ha tante belle idee, ma che troppo spesso non vengono applicate in maniera regolare. Una discontinuità che pesa, perché senza i punti persi per strada con le “piccole” il Napoli oggi avrebbe un’altra classifica.
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Assenza di veleno e il modulo errato: tanti i capi d’accusa per Rino Gattuso.
Dalle voci locali emergono ad unanimità le critiche tattiche. Il 4-2-3-1 non sembra essere un modulo adatto per questo Napoli, che con soli due mediani si trova molto spesso imbeccato in situazioni di inferiorità numerica pesanti. Le sconfitte con Verona e Milan nascono da ripartenze evitabilissime e da una totale assenza di equilibrio della squadra.
Se il 4-2-3-1 nasce per far sposare al meglio le qualità di Mertens con quelle di Osimhen, sembrerebbe forse un inutile accanimento impuntarsi su un modulo, che in questa fase almeno, sembra non esaltare al meglio le qualità di una squadra che con un vertice basso e due mezz’ali troverebbe maggiore giovamento.
I tifosi e gran parte della stampa chiedono, dunque, a gran voce il ritorno al 4-3-3. Un modulo in grado di dare la giusta copertura ai terzini e di poter esaltare, come visto nell’epoca sarrista e nella prima fase della gestione Gattuso, le qualità di giocatori come Insigne e Lozano, devastanti negli ultimi trenta metri.
Non è solo questione di modulo. Alle spalle sembra esserci un assenza totale di carattere. “Il veleno”, il “giocare con il coltello tra i denti” sono qualità, la cui mancanza è stata spesso denunciata dal tecnico, ma puntualmente l’atteggiamento del Napoli è parso troppo prudente.
Una prudenza che permette agli Insigne di andare a ricevere palla troppo spesso nella propria metà campo e non in quella avversaria, dove il genio di Frattamaggiore è in grado di esaltarsi. Una prudenza che ha portato a qualche passaggio indietro di troppo, che i tifosi non hanno affatto gradito.
Molti, inoltre, non hanno gradito la presenza di giocatori in scadenza come Maksimovic e Hysaj, preferiti ad altri su cui la società ha investito molto e che sembrano non trovare spazio. Malcuit, Ghoulam e Rrahmani su tutti.
Non solo Rino, anche il DS Giuntoli è finito nelle liste di proscrizione dei tifosi. Nel frattempo in città il nome di Benitez si fa insistente.
Se Gattuso non può vivere sogni tranquilli, lo stesso si può dire per Cristiano Giuntoli, ds partenopeo. Se il problema risiede nel carattere dei giocatori, sembra ovvio che un minimo di responsabilità ce l’abbia chi questi calciatori li ha trattati e scelti.
Malcuit, Ounas, Rog, Diawara, Elmas e Lobotka, solo per citarne alcuni, sono tutt’oggi oggetti di belle speranze e misteri, per i quali si sono fatti investimenti importanti. Insomma in casa Napoli sembrano essere ore di riflessioni sotto questo punto di vista.
Riflessione in particolare che alcuni giornalisti inglesi del Sunday Times avrebbero indirizzato verso Rafa Benitez. L’ex tecnico sarebbe nel mirino di Roma e Napoli come successore di Fonseca o Gattuso. In città, in queste ore, starebbe addirittura circolando la voce di un possibile impiego di Benitez come dirigente in casa azzurra.
Voci almeno per ora che francamente sembrano irrealizzabili e sulle quali sembra esserci ben poco di fondato. In primis per la posizione di classifica del Napoli, che sebbene settimo resta comunque vicino alla zona Champions, obiettivo stagionale dichiarato, e alla zona scudetto, nel caso in cui vincesse il recupero per la Juve.
In secundis appare difficile pensare ad un ritorno del tecnico spagnolo in terra partenopea, per una questione di lontananza dalla famiglia, che fu una delle principali ragioni dei suoi dubbi riguardanti la permanenza al Napoli nel 2015, già prima dell’interesse del Real Madrid.
Insomma sono ore importanti in casa Napoli, che da un lato ascolta queste voci di mercato insistenti e fastidiose, dall’altro mercoledì ha già uno degli impegni più importanti di questa stagione: i quarti di finale di Coppa Italia con lo Spezia.