L’emergenza sanitaria è ancora fortissima nel nostro Paese a causa del Covid, ma sta provocando conseguenze che non devono essere sottovalutate.
Ormai da quasi un anno l’Italia è alle prese con l’emergenza sanitaria causata dal Covid, che ha non solo costretto il personale sanitario a turni estenuanti, ma che ha messo in ginocchio anche la nostra economia a causa delle misure restrittive introdotte. C’è però un aspetto che tende spesso a essere sottovalutato e che sta invece causando conseguenze importanti: in questi mesi, infatti, molte strutture hanno rinviato screening di controllo e interventi che era stati programmati poco prima. Le persone coinvolte potrebbero quindi andare incontro a effetti sul proprio fisico che, se rilevati prematuramente, avrebbero potuto essere curati in maniera più semplice.
Le segnalazioni sono sempre più numerosi. Basti pensare, ad esempio, alle mammografie, un esame ch ogni donna dovrebbe fare con cadenza periodica per poter evidenziare un eventuale tumore al seno. Questo cancro è purtroppo sempre più diffuso tra la popolazione femminile e spesso risolvibile, ma potrebbe non esserlo se il male viene evidenziato a uno stadio ormai avanzato. Stesso discorso anche per le operazioni.
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Covid e visite rimandate: quello che la pandemia ha prodotto
Un’indagine eseguita da mUp Research e Norstat per Facile.it mette in evidenza lo scenario preoccupante del nostro sistema sanitario da marzo a dicembre 2020, ovvero da quando l’emergenza a causa del Covid è diventata realtà anche nel nostro Paese. Secondo quanto emerso, sono tre milioni le persone che non hanno potuto ricevere cure o sottoporsi a visite specialistiche o addirittura interventi chirurgici. La motivazione che ha spinto i nostri connazionali a questa scelta è davvero preoccupante: la mancanza di soldi. Sono moltissimi, infatti, gli italiani che non hanno la possibilità di lavorare o possono farlo solo in parte a causa delle misure restrittive.
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Ma non finisce qui. Addirittura 32,8 milioni avevano programmato controlli o visite, ma la struttura a cui avrebbero dovuto rivolgersi le ha cancellate o rinviate. Più di un paziente su tre (34,3%), hanno dovuto fare i conti con l’annullamento.