Sono 23 le morti legate al programma di vaccinazione per Covid19 in Norvegia. I dati non sono allarmanti, spiega Pfizer. Ecco perché.
E’ in atto la campagna di vaccinazione ormai in quasi tutto il mondo. Il vaccino Pfizer è stato uno dei primi a partire, anche per l’Italia. Arriva dalla Norvegia la notizia di ben 23 morti legate alla vaccinazione.
Fino ad ora Pfizer era sembrato più che sicuro in quanto non aveva dato reazioni eclatanti dopo la somministrazione, eppure adesso sembrerebbe essere legato alla morte di 23 persone. Anche in Italia è da giorni aperta la discussione sulla sicurezza dei vaccini anti Covid.
Come campagna di sensibilizzazione tutti gli operatori sanitari hanno pubblicizzato attraverso giornali e social network l’importanza della vaccinazione, pubblicando foto che li ritraevano durante la somministrazione del vaccino stesso.
Per quanto rilevato con i dati sui sondaggi somministrati ad un grande campione della popolazione Italiana, i medici hanno sottolineato che non c’è necessità di renderlo obbligatorio. I dati infatti dimostrano che la maggior parte degli italiani è in attesa di nuove dosi per potersi vaccinare volontariamente. A spaventare però sono i dati arrivati oggi dalla Norvegia.
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23 morti per vaccinazioni, la Pfizer assicura che non sono dati preoccupanti
Tra i 23 morti in Norvegia sono state trovate solamente persone anziane molto fragili. Sono state associate alla vaccinazione della Pfizer-BioNtech. Hanno avuto reazioni comuni tra cui febbre e nausea, purtroppo però sono state proprio queste ultime ad aggravare la situazione dei pazienti già anziani e fragili.
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La Pfizer prende parola e riferisce che “Il numero degli incidenti rilevati finora non è allarmante ed è in linea con le previsioni“. Intanto stanno lavorando per scoprire di più sulle cause dei decessi. Sul Guardian si può però leggere che “i trial sul vaccino non includevano pazienti con malattie acute o instabili”.