Silvio Berlusconi ha lasciato l’ospedale di Nizza, dopo il ricovero di Lunedì scorso per accertamenti a causa di un’aritmia cardiaca preoccupante.
Novità sulle condizioni di salute di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia infatti aveva fatto preoccupare molti dei suoi sostenitori dopo la notizia del suo ricovero a Monaco. Nelle prime ore dopo l’accettazione in ospedale dell’ex presidente del Consiglio alcune voci avevano parlato di problemi cardiaci. Oggi però il Cavaliere ha lasciato l’ospedale del Principato a bordo di una Mercedes con targa italiana.
Nelle scorse ore Berlusconi aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook un post di chiarimento sulle sue condizioni di salute. A detta dell’ex presidente del Consiglio il ricovero sarebbe stato legato ad accertamenti di routine, smentendo quindi l’ipotesi di un malore improvviso. Ha poi ringraziato i suoi sostenitori e colleghi per gli auguri di pronta guarigione, arrivati in massa sia sui social che privatamente.
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Ringrazio i molti che in queste ore mi stanno facendo pervenire messaggi di affetto. Ancora una volta sono grato ai tanti amici, sostenitori ed anche avversari politici che hanno avuto la cortesia di esprimermi la loro attenzione e il loro sostegno. pic.twitter.com/h2UfvolRzO
— Silvio Berlusconi (@berlusconi) January 14, 2021
Silvio Berlusconi, parole dure sulla crisi di governo: “Agire ora”
Silvio Berlusconi ha lasciato poche ore fa l’ospedale del Principato di Monaco, dove ha sostenuto alcuni esami medici di routine data l’età avanzata. Nel suo primo post dopo la notizia del ricovero, oltre a ringraziare i suoi sostenitori per gli auguri di pronta guarigione, ha parlato anche della crisi di governo. Lo ha fatto con parole decise, condannando i modi di agire della “politica di palazzo”.
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L’ex presidente del Consiglio ha dichiarato di non essere preoccupato per sé, quanto più per le persone che stanno soffrendo per il Covid e le sue conseguenze. Per questo ha invitato l’esecutivo e il Parlamento a prendere al più presto una decisione per risolvere la crisi di governo, per non paralizzare il Paese nel suo momento di maggior debolezza.